Il gup Lorenzo Matassa ha condannato a vent’anni ciascuno due collaboratori di giustizia, Daniele Sciabica e Luigi Putrone, che si sono autoaccusati di sette omicidi di mafia nell’Agrigentino commessi negli anni Ottanta e Novanta.

Sciabica si è quindi accusato di avere preso parte agli omicidi di Gerlando Messina, zio di Gerlandino, avvenuto il 27 agosto del 1985; Giuseppe Messina, padre dell’ex capo provincia, messo a segno l’8 luglio del 1986; Antonio Messina (nonno di Gerlandino), ucciso a Realmonte il 5 agosto dello stesso anno, e di Pietro Gambino, ammazzato da un commando del clan Grassonelli il primo ottobre del 1988. Luigi Putrone di Porto Empedocle si è autoaccusato dichiarando di avere avuto un ruolo negli omicidi di Giuseppe Lo Zito, Ignazio Filippazzo e Roperto Papia.

L’omicidio Lo Zito avvenne ad Agrigento nel 1987, l’omicidio Filippazzo avvenne nel 1992 a Porto Empedocle, l’omicidio Papia
fu compiuto nel settembre del 1994.