La Squadra Mobile di Caltanissetta ha arrestato l’aspirante pentito Giuseppe Tuzzolino. E’ indagato di calunnia aggravata e continuata.

Tuzzolino in passato ha tentato di accreditarsi come collaboratore di giustizia presso la Procura di Palermo parlando di mafia, massoneria, progetti di attentati a magistrati e millantando rapporti col boss latitante Matteo Messina Denaro.

Ha deposto anche come teste durante il processo d’appello all’ex governatore Raffaele Lombardo.

L’attendibilità del collaboratore di giustizia accese una discussione all’interno della Procura di Palermo. A ritenerlo affidabile era l’allora aggiunto Teresa Principato.

Tuzzolino, peraltro, aveva raccontato di un progetto di attentato ai suoi danni. Scettici i vertici dell’ufficio inquirente del capoluogo e del pool di pm che si occupa della mafia di Trapani su cui il pentito aveva fatto dichiarazioni.

Tra l’altro Tuzzolino raccontò agli inquirenti di essere stato avvicinato da un uomo, nella località segreta in cui viveva, e di essere stato invitato a ritrattare le dichiarazioni che stava facendo sui rapporti tra il boss latitante Matteo Messina Denaro e la massoneria.

Tuzzolino è accusato di calunnia nei confronti dell’ex suocero, nei confronti di un magistrato palermitano che aveva accusato di corruzione – da qui la competenza sull’indagine della Procura nissena -, di un avvocato marchigiano e di un conoscente di quest’ultimo.

Il pentito si sarebbe inventato un piano della mafia, della banda della Magliana e del clan Casamonica per uccidere magistrati palermitani e il familiare di uno di loro. Dietro al progetto, a suo dire, ci sarebbe stato il boss Messina Denaro. Nella nota diffusa dai pm nisseni che hanno chiesto l’arresto di Tuzzolino si specifica che la Procura di Caltanissetta non ha mai dato parere favorevole alla concessione del programma di protezione per Tuzzolino che comunque godeva di una tutela provvisoria.