A Marianopoli, nel Nisseno, i residenti del quartiere Case agricole convivono da tre decenni con il pericolo di frane e smottamenti del terreno che hanno causato, nel tempo, lesioni in diverse abitazioni e danni ai manufatti e alle sedi stradali interne.
Allo scopo di risolvere il problema in modo strutturale, l’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e diretto da Maurizio Croce, ha programmato un’opera per la quale è già stata ultimata la relativa gara che ha visto la Edilsun srl di Agrigento, con un ribasso del 31,1 per cento, piazzarsi al primo posto.
Tira così un sospiro di sollievo l’amministrazione comunale che, a intervalli regolari, ha posto in essere un’attività di controllo e di monitoraggio per verificare la stabilità delle infrastrutture e degli edifici, oltre a eseguire interventi tampone di manutenzione straordinaria del sistema viario. Ci troviamo, infatti, in un’area che ha una classificazione R4, di rischio molto elevato, e i lavori servono a garantire l’incolumità pubblica e la sicurezza generale.
Il progetto prevede la costruzione di una paratìa di pali trivellati in cemento armato, con un cordolo che servirà da base per un muro di contenimento. Verrà inoltre adeguato il sistema di raccolta delle acque meteoriche. Si procederà infine con la collocazione di sei caditoie a nastro e alla pulizia di quelle esistenti.
Gli interventi di consolidamento continuano a pieno ritmo su diversi fronti.
Una zona che il Piano per l’assetto idrogeologico classifica ad alta pericolosità, con ben venticinque aree P4 e tredici ad alto rischio, R3 ed R4: è quella del costone roccioso di Sant’Angelo Muxaro nell’agrigentino.
Un importante obiettivo, l’ennesimo, che la Struttura diretta da Maurizio Croce consegue, compiendo tutti i passaggi necessari all’espletamento della relativa gara per una graduatoria dei partecipanti che vede in testa, con un ribasso del 33,8 per cento su un importo di due milioni di euro, l’associazione temporanea di imprese Cesi-DinamicGeo srl. Sono lavori che giungono alla fase conclusiva dopo un’attesa ultraventennale e un’odissea burocratica fatta di lungaggini, ritardi e ricerca di risorse per finanziarli.
Le soluzione tecniche individuate dal progetto prevedono la stabilizzazione del pendio e misure per impedire il distacco e la caduta di massi lapidei dalle pareti a strampiombo. In particolare, si interverrà con ancoraggi attivi, tiranti e un sistema di chiodatura, in considerazione dell’alta acclività e della presenza del cimitero comunale ai piedi del costone, a salvaguardia della pubblica incolumità.
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