La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha confiscato beni appartenenti ad un imprenditore risultato vicino alla mafia nissena. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Caltanissetta, Sezione Misure di Prevenzione.

Vicino alla mafia di Caltanissetta

Il provvedimento, che fa seguito la proposta di misura di prevenzione patrimoniale e personale avanzata dal Direttore della DIA, prende origine da un’attività finalizzata alla localizzazione dai patrimoni illeciti riconducibili alla mafia. prima il sequestro, poi la confisca definitiva per l’uomo ritenuto vicino alla mafia nissena che nel tempo è riuscito a  costituire in seno all’imprenditoria del luogo numerose attività economiche “inquinate” o “compromesse” da cui è riuscito a ricavare una ingente ricchezza personale.

Le indagini

Le investigazioni hanno fato scoprire anche la “pericolosità sociale” a carico dell’uomo, ragione per la quale il Tribunale nisseno ha applicato nei suoi riguardi la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per la durata di anni due. La confisca definitiva il cui valore complessivo supera i 2 milioni di euro ha interessato: 7 società di cui una con sede all’estero, quote societarie, 6 fabbricati, 2 terreni, 10 rapporti bancari/postali e una autovettura.

Altro sequestro nel gelese nei giorni scorsi

La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni emesso dal tribunale di Caltanissetta, dalla sezione misure di prevenzione, nei confronti di un noto imprenditore di 45 anni di Gela. L’uomo ha numerosi precedenti ed è stato già quanto condannato per associazione mafiosa, estorsione, usura, evasione, detenzione illecita di stupefacenti e detenzione illegale di armi. Il provvedimento fa seguito ad una proposta di misura di prevenzione patrimoniale e personale avanzata dalla Procura della Repubblica di Gela, insieme al direttore della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia.

Il “doppio binario”

Il provvedimento si inserisce nel cosiddetto sistema definito “doppio binario” mediante il quale i beni riconducibili all’indagato vengono sequestrati, sia nell’ambito di un procedimento penale che nell’ambito del procedimento di misura di prevenzione. In particolare le due attività economiche risultavano già sottoposte a sequestro per il reato di trasferimento fraudolento di valori, meglio noto come intestazione fittizia di beni, nel quadro di un procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Gela.

Ha proseguito nel suo business

Il 45enne, attualmente imputato per trasferimento fraudolento di valori, falso e truffa nonché indagato per bancarotta fraudolenta, ha mantenuto negli anni una pericolosità sociale perseguendo e continuando il proprio disegno criminoso, consistito nella gestione di fatto di due aziende a lui riconducibili anche successivamente all’applicazione di una misura cautelare personale. L’intero quadro investigativo ricostruito dalla Dia e dalla Procura di Gela, anche sulla base dei procedimenti penali recentemente conclusi, ha quindi convinto il tribunale della prevenzione di Caltanissetta ad emettere un sequestro anticipato di beni ritenuti “provento di attività delittuose”.

L’inizio di un iter giudiziario

A tale provvedimento, per natura temporaneo, seguirà la successiva fase di giudizio, con la partecipazione dell’imprenditore gelese, mirato alla confisca dei beni individuati. Oggetto del provvedimento sono l’intero capitale sociale ed il complesso aziendale dei beni di due società di Gela operanti nel settore del commercio all’ingrosso di frutta ed ortaggi, 2 motocicli ed alcuni rapporti bancari direttamente intestati all’uomo e a suoi familiari per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.