Si presenta in commissariato perché voleva andare in carcere per non convivere più con i parenti. In pratica ha preferito la galera alla propria abitazione dove stava scontando gli arresti domiciliari. Esasperato dalla convivenza con i propri familiari, un detenuto di 30 anni è evaso dai domiciliari a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, dove stava scontando una pena. A causa degli insanabili dissidi con i conviventi, si è presentato in commissariato chiedendo di poter andare in carcere.
La segnalazione all’autorità giudiziaria
I poliziotti hanno inoltrato all’autorità giudiziaria un’informativa per il reato di evasione e il pubblico ministero ha disposto che la misura cautelare proseguisse in carcere. A quel punto gli agenti hanno condotto il trentenne nella casa circondariale di Gela.
Un caso a Palermo
Ci sono relazioni che diventano così sature che il concetto di evasione prima serpeggia e poi diventa una priorità. Ed è andata proprio così anche per un uomo di 43 di Palermo, agli arresti domiciliari, che in una notte del luglio scorso si è presentato negli uffici del commissariato Zisa-Borgo Nuovo e davanti agli agenti ha confessato: “Non ce la faccio più con mia moglie, preferisco andare in carcere”. Una vera e propria evasione che ha colto di sorpresa i poliziotti che hanno identificato l’uomo, accertando il fatto che effettivamente si trovasse ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale. L’evasione, sia dalla moglie che dai domiciliari, è risultata inutile per il 43enne. I poliziotti, infatti, hanno spiegato che sarebbe stato impossibile convertire la misura cautelare. Non con queste modalità e che si sarebbe dovuto rivolgere al suo legale.
A Giarre un caso simile
Non è certamente il primo caso, non sarà l’ultimo. Nel Catanese, circa tre anni fa, un episodio simile. A Giarre un uomo, all’epoca dei fatti 50enne, ai domiciliari per furto commesso ad un supermercato di Patti ha litigato con la moglie ed ha preferito il carcere agli arresti domiciliari. La ferma decisione dopo essersi tolto il braccialetto elettronico. Poi si è presentato nel carcere di via Foscolo a Giarre. Agli agenti della polizia penitenziaria spiegò che avrebbe preferito tornare in prigione piuttosto che stare con la moglie. Ma anche allora come il recente caso a Palermo, il risultato è stato identico: dopo essere stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Giarre, è stato condannato per direttissima. Ed è stato posto ancora agli arresti domiciliari. Ancora col braccialetto elettronico, ancora – purtroppo per lui – in casa con la moglie.
Commenta con Facebook