Nel corso dei servizi notturni di controllo del territorio, i poliziotti della volante del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Caltagirone hanno individuato un’autovettura, con a bordo tre giovani.

Gli agenti, insospettiti dalla condotta dei tre e dall’andatura del veicolo, hanno eseguito immediati accertamenti sulla targa, appurando che l’auto era stata rubata nella giornata precedente.

Nonostante i tentativi di fermare il veicolo, intimando l’alt al conducente ed attivando i dispositivi acustici, il conducente ha accelerato bruscamente tentando di darsi alla fuga.

L’inseguimento

Ne è scaturito un inseguimento lungo le vie cittadine, durante il quale i poliziotti più volte hanno tentato di fare accostare il veicolo, il cui conducente, anziché ottemperare, ha urtato la volante cercando di speronarla. Dopo alcuni minuti, la fuga ha avuto termine in via Fontanelle, dove il conducente, a causa dell’alta velocità e delle manovre pericolose, ha perso il controllo dell’auto che si è ribaltata.

I poliziotti, avvicinatisi all’auto, vi hanno trovato all’interno tre minorenni, rimasti illesi, nonché diversi arnesi da scasso ed un passamontagna.

Alla luce di quanto accaduto, il conducente è stato tratto in arresto per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e, in concorso con gli altri due, denunciato per il delitto di ricettazione dell’auto rubata.

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Catania, il 17enne è stato tradotto al Centro di Prima Accoglienza di Catania.

Due palermitani incastrati

Incastrati dalla polizia due malviventi nel Palermitano che avrebbero rubato un’auto e compiuto un’estorsione nei confronti del proprietario per la restituzione. Vicenda ricostruita sin dal furto avvenuto a Partinico anche se l’organizzazione pare che sia di Palermo. Le indagini proseguono per rintracciare eventuali complici.

L’arresto

La polizia ha arrestato due palermitani, accusati di estorsione in seguito al furto di un’auto. L’operazione si è materializzata a Palermo ed è stata portata avanti dai poliziotti del commissariato di Partinico perché proprio da questa cittadina della provincia era avvenuto il furto della vettura che aveva fatto da prologo ad una richiesta estorsiva.

La denuncia che ha fatto partire l’indagine

La vicenda nasce quando nei giorni scorsi il proprietario di una Fiat 500, residente a Partinico, aveva denunciato al locale commissariato il furto della sua vettura. Gli agenti erano consapevoli del fatto che questo tipo di furto rappresenti soltanto la prima parte di una più ampia azione criminale. Che per l’appunto sfocia anche in richieste estorsive, attraverso il sistema del cosiddetto “cavallo di ritorno”. Ecco perché erano iniziate meticolose serie di riscontri ed accertamenti su malviventi già coinvolti in passato in richieste estorsive.

Il cerchio che si restringe

Dopo una rigorosa analisi di potenziali autori di simili furti, l’attenzione dei poliziotti si è soffermata su due soggetti, entrambi residenti a Palermo. Gli agenti hanno avviato appostamenti e pedinamenti che hanno sortito l’effetto sperato. Ad un certo punto, infatti, hanno registrato, nei pressi di un bar della zona occidentale di Palermo, l’incontro tra pregiudicati e vittima. I poliziotti, a distanza e con discrezione, hanno osservato atteggiamenti e comportamenti dei partecipanti all’incontro che sembrava concretizzare un accordo in precedenza pattuito.

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