• 22 indagati a Catania in operazione contro il clan Cappello
  • Tre società sequestrate dalla Guardia di Finanza
  • Scoperti casi di estorsioni, corruzione elettorale e favori per case popolari
  • I nomi delle persone arrestate

Sono 22 gli indagati nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Dda di Catania che ha fatto scattare questa mattina ordinanze di misure cautelari eseguite dai militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania. Le accusa sono a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, corruzione, falso in atto pubblico, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio, corruzione elettorale, intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso.

22 indagati e tre società sotto sequestro

Il Gip ha disposto misure restrittive nei confronti di 22 soggetti, di cui 2 destinatari di custodia cautelare in carcere, 5 destinatari degli arresti domiciliari, 3 dell’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria e 12 della misura interdittiva del divieto di esercizio dell’attività commerciale. Sequestrato un patrimonio di tre società aventi sede a Catania, operanti nella gestione di noti bar e ristoranti nel centro della città, per un valore di circa 5 milioni di euro.

Gli interessi del Clan Cappello

Le Fiamme Gialle hanno colpito il clan Cappello. In particolare Orazio Buda, legato al gruppo di Privitera Orazio, esponente di vertice del clan Cappello/Carateddi, per conto del quale clan ha, tra l’altro, provveduto in modo costante e intenso al reimpiego del denaro provento d’illeciti in attività commerciali affermate sul territorio e fittiziamente intestate a soggetti terzi al fine di schermare la riconducibilità allo stesso e al clan delle attività economiche. Le indagini hanno permesso di accertare come l’indagato abbia posto in essere numerose estorsioni nei confronti d’imprenditori dei trasporti e nei confronti di un noto pittore siciliano, dal quale pretendeva l’elargizione. Quadro dovevano servire come merce di scambio destinata a pubblici funzionari.

Corruzione elettorale

Ci sono anche un sottufficiale della guardia di finanza, in servizio nella compagnia di Augusta (Siracusa), che è anche vice presidente della Sesta Circoscrizione del Comune di Catania e tre agenti di polizia municipale dello stesso Ente locale tra i destinatari dell’ordinanza ‘Sipario’ eseguita dalla Guardia di finanza di Catania. Il vicebrigadiere Mauro Massari, arrestato e condotto in carcere da suoi colleghi, è accusato di avere “stretto un patto elettorale” con Orazio Buda, esponente di spicco del clan Cappello-Carateddi che lo avrebbe sostenuto nelle elezioni amministrative del 2018 a Catania in cui con oltre 965 preferenze risultò eletto nella Circoscrizione dei rioni Librino, San Giorgio, San Giuseppe La Rena, Zia Lisa e Villaggio Sant’Agata. In cambio, è l’ipotesi della Dda della Procura di Catania, Massari, “attraverso il reiterato abuso della propria qualità e dei poteri connessi alla funzione esercitata” prometteva “di soddisfare la pressante richiesta del Buda” di “ottenere, in favore di una società a quest’ultimo gradita, un subappalto da 6 mln di euro al Porto di Augusta per la demolizione di una piattaforma ferrosa”.

Favori anche per le case popolari

Secondo accertamenti del nucleo Pef-Gico della guardia di finanza di Catania, sempre su richiesta di Buda, anche lui destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, “prometteva di danneggiare un piccolo imprenditore attraverso l’utilizzo dei poteri connessi alla funzione esercitata”. Le indagini del nucleo di Polizia economico finanziario (Pef) della Guardia di finanza di Catania hanno fatto emergere che tre vigili urbani avrebbero redatto “false relazioni di servizio” sulla “sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa di settore” per “garantire l’assegnazione di alloggi popolari da parte dell’Iacp in favore di stretti congiunti di Buda”. I tre agenti della polizia municipale, posti agli arresti domiciliari, sono Francesco Campisi, che avrebbe agito da intermediario, e i suoi colleghi Giuseppe Longhitano e Attilio Topazio.

I nomi degli arrestati

misure cautelari personali in carcere:
BUDA ORAZIO
MASSARI MAURO

misura cautelare degli arresti domiciliari:
CASTORINA GIUSEPPE
LA ROSA MAURIZIO
CAMPISI FRANCESCO
LONGHITANO GIUSEPPE
TOPAZIO ATTILIO

misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria:
FAMA’ FABIO
FAMA’ SANTO GIOVANNI
VITA ANTONIO

misura interdittiva dell’attività imprenditoriale:
BUDA SANTO ALESSIO SANTO
BUSINSKIENE IRENA
CARLINO FRANCESCO
COCO VINCENZA
FISICHELLA PIETRO BENEDETTO SEBASTIANO
GERBINO ROSARIO
GREGORIO MONICA
MARLETTA ROSARIO
PAPA CRISTIAN
PRIVITERA ANGELA
TOSCANO FORTUNATA
CARUSO MONICA

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