Polizia e carabinieri al lavoro tra il catanese e il trapanese dove si è accertata la detenzione di cardellini in casa e dei furti. Tra cardellini di specie protetta catturati illecitamente e il raid che ha portato a far scoprire il furto di alcuni oggetti le forze dell’ordine hanno denunciato tre persone.

Gli uccelli di specie protetta

Il personale delle volanti ha avviato dei controlli su un soggetto agli arresti domiciliari al Villaggio Zia Lisa II di Catania. Nel corso delle verifiche nella sua abitazione gli agenti notavano la presenza di alcune gabbie con all’interno nove volatili, le cui caratteristiche del piumaggio erano corrispondenti a quelle dei cardellini; tutti i volatili erano privi dei caratteristici anelli identificativi. Con l’obiettivo di avere la certezza che si trattasse effettivamente di cardellini si chiedeva l’ausilio della polizia provinciale con cui gli agenti si sono recati all’Asp veterinaria. I medici del dipartimento di Prevenzione veterinaria confermavano che i volatili in questione fossero dei cardellini, specie protetta di cui è fatto assoluto divieto di detenzione, accertandone inoltre l’ottimo stato di salute. Gli uccelli venivano sottoposti a sequestro e veniva segnalato l’accaduto alla Procura catanese. L’uomo che li deteneva illecitamente è stato conseguentemente denunciato per i reati di ricettazione e detenzione di esemplari di specie animali selvatici protetti. I cardellini, infine, venivano portati presso l’oasi del Simeto dove venivano liberati.

Il furto di auto

I carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Castelvetrano hanno denunciato due castelvetranesi, uno appena maggiorenne, conosciuti per i loro precedenti ai militari: per entrambi l’accusa è di furto aggravato in concorso. L’operazione si è concretizzata durante un normale servizio di perlustrazione nel corso del quale i carabinieri hanno transitato nei pressi della strada statale 115. Qui notavano vicino la ditta Mocar un auto che sottoponevano a controllo. Da subito è stato visto che sui sedili posteriori, appositamente reclinati, si trovavano due biciclette di cui in un primo momento i 2 soggetti non sapevano spiegare la provenienza. Approfondita la perquisizione veniva rinvenuta anche una macchina fotografica. Messi alle strette dai militari dell’Arma i malviventi confessavano di aver rubato quella refurtiva dalla ditta Mocar passando per alcuni buchi già presenti lungo la recinzione, intrufolandosi nel capannone principale da una finestra.

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