Su disposizione dell’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura di Messina, i Carabinieri della Stazione di Belpasso (CT) hanno arrestato la 35enne Fortunata Sesta, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura. La donna deve rispondere di sostituzione di persona, furto aggravato in concorso, furto in abitazione aggravato e rapina aggravata.

La finta operatrice dell’Asp

La donna in particolare, appartenente ad un gruppo nomade dei “caminanti” dimorante nel belpassese, risulta essere autrice di una lunghissima serie di truffe ai danni di anziani in tutto il territorio nazionale. Il suo modo di agire prevedeva la partecipazione di altre complici con le quali, individuate le vittime, solitamente scelte tra anziani che vivono da soli in casa, si proponevano loro come assistenti sociali o dipendenti dell’Asp locale incaricate di dover svolgere attività di supporto nei loro confronti per l’espletamento di pratiche burocratiche. Spesso chiedeva soldi per fantomatici rimborsi.

La donna agiva con alcune complici

Purtroppo, mentre la donna intratteneva l’anziano con apparente disinteressata solerzia, la complice depredava di ogni avere la malcapitata vittima che, spesso, si rendeva conto d’essere stata derubata solo dopo molto tempo cadendo in uno stato di comprensibile demoralizzazione. L’arrestata, che dovrà adesso espiare la pena di 18 anni, 11 mesi e 3 giorni di reclusione, è stata portata al carcere catanese di Piazza Lanza.

Rapinatore senza scrupoli prende di mira anziani e disabili

La polizia di Adrano, nel catanese, riesce a risalire al rapinatore senza scrupoli che nell’ottobre di due anni fa prese di mira due anziani, di cui uno persino disabile. Legò la donna e le portò via alcuni monili che indossava. Gli agenti hanno denunciato un adranita di 32 anni, con diversi precedenti di polizia, su cui vi sono forti sospetti di essere stato il responsabile di una rapina aggravata, commessa nei confronti di due anziani coniugi di Adrano, il marito di 93 anni, non deambulante, e la moglie di anni 89. L’episodio accadde nella notte del 20 ottobre 2020.

Le fasi della rapina

L’indagato si introdusse all’interno dell’appartamento dei due anziani, con volto coperto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti. Una volta entrato all’interno dell’abitazione, immobilizzò la donna, riuscendo a sfilarle la fede nunziale e altri due anelli che indossava. Per irrompere all’interno dell’appartamento, che si trova al pianterreno di un complesso edilizio ubicato nel centro cittadino, l’uomo aveva rotto la persiana e il vetro di una finestra. Proprio per questo motivo dovrà rispondere anche dell’accusa di danneggiamento aggravato.

Le potenziali prove

Sul luogo della rapina intervennero gli agenti del locale posto di polizia scientifica, i quali avevano rilevarono delle tracce di impronte papillari lasciate dall’autore del delitto sull’anta della finestra. A seguito di indagini dattiloscopiche effettuate dal gabinetto regionale di polizia scientifica di Catania su queste stesse impronte si è risaliti all’identità del rapinatore.

Altra rapina “svelata”

In questi giorni un altro arresto a Catania è stato effettuato in seguito proprio ad analoghe indagini per la rapina ad una coppia, minacciata anche con un taglierino puntato alla gola. A distanza di un mese sempre la polizia è riuscita a far luce sull’inquietante episodio. Dopo una serie di riscontri si è riusciti a identificare l’uomo che, nascosto dietro ad una mascherina chirurgica, puntò il taglierino alla gola di una donna per estorcerle il denaro che aveva in tasca.

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