A quasi due settimane dal primo soccorso, la nave Humanity 1 si trova ancora senza porto al largo delle coste siciliane, con a bordo 398 migranti.

“Le scorte stanno finendo, membri dell’equipaggio malati”

“Le scorte – fa sapere la ong Sos Humanity – stanno finendo, anche i membri dell’equipaggio sono malati, il maltempo si avvicina”.

Tantissimi i minori a bordo, 18 richieste di soccorso ignorate

“Siamo particolarmente preoccupati per i 55 minori di età inferiore ai 13 anni e per i 110 minori non accompagnati”. La legge del mare, aggiunge, “obbliga i centri di controllo ad assegnare immediatamente le persone soccorse in un luogo sicuro. Abbiamo già fatto 18 richieste ma senza successo!”.
La ong Sos Humanity aveva lanciato un appello anche sabato: “Abbiamo bisogno di un porto subito”.

La Sea Watch 3 a Reggio Calabria

Intanto, ancora sabato, ha raggiunto il porto di Reggio Calabria la nave ong ‘Sea Watch 3’ con 427 migranti a bordo. Il giorno precedente l’assegnazione dopo oltre dieci giorni di attesa in mare e la dichiarazione dello stato di necessità. “Dopo il peggioramento della situazione a bordo e l’evacuazione urgente di una persona, la nostra nave aveva dovuto dichiarare lo stato di necessità. Finalmente le autorità italiane ci hanno assegnato un porto: Reggio Calabria”, ha spiegato la ong tedesca.

La scorsa settimana la tragedia dei sei migranti siriani morti

Sono 28 i migranti soccorsi da un mercantile liberiano nei giorni scorsi al largo della Libia e sbarcati una settimana fa a Pozzallo. I profughi hanno riferito che sei migranti siriani che viaggiavano con loro sarebbero morti sul barcone presumibilmente di fame e di sete. La notizia era stata diffusa dall’Unhcr.
“E’ inaccettabile – aveva detto la rappresentante dell’Unhcr in Italia Claudia Cardoletti -. Rafforzare il soccorso in mare è l’unico modo per evitare queste tragedie”.
Le vittime e i sopravvissuti, aveva spiegato l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, si trovavano su un barcone alla deriva da diversi giorni nel Mediterraneo centrale, prima che a soccorrerli arrivasse una nave della Guardia Costiera italiana. Oltre a due bambini, sarebbero morti un dodicenne e tre donne tra cui la nonna e la madre di alcuni bimbi che invece sono sopravvissuti.

Nel 2022 oltre 1.200 persone morte o disperse

“Si pensa che siano morti di fame e di sete” aveva ribadito l’Unhcr esprimendo le condoglianze ai familiari delle vittime e ricordando che nel 2022 sono oltre 1.200 le persone che sono morte e risultano disperse nel tentativo di traversare il Mediterraneo e raggiungere l’Europa.

Altro migrante giunto morto a Lampedusa

Il trentacinquenne del Bangladesh trovato morto il 13 settembre su un barcone, con altre 118 persone, soccorso dai militari della guardia di finanza, non ha segni di morte violenta. L’ispezione cadaverica lo ha confermato.
I poliziotti della squadra mobile, nel giro di mezza giornata, ascoltando tutti i compagni di viaggio della vittima, sono riusciti ad acquisire testimonianze importanti: l’uomo stava già male, pare che abbia ripetutamente vomitato, quando è salito sull’imbarcazione salvata poi nelle acque di Lampedusa.
Durante il viaggio, la tragedia. L’imbarcazione sulla quale viaggiava il bengalese è partita alle ore 20 di domenica da Zawiya, in Libia. A bordo c’erano complessivamente 118 persone, fra cui 3 donne e due minori, bengalesi, siriani, egiziani e pakistani. Il natante, lunedì scorso, è stato intercettato a meno di mezzo miglio dal porto di Lampedusa dai militari delle fiamme gialle.

(foto di repertorio)

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