“Le arance non bastano. Stiamo già iniziando a trattare i nuovi dossier con la Cina che riguardano altri prodotti perché ha intenzione di importarne altri”. Lo ha detto a Catania il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio parlando con i giornalisti a margine del 30/mo Congresso nazionale della Federazione italiana cuochi.

“Tutti, soprattutto chi ci voleva prendere in giro – ha aggiunto – hanno detto che l’accordo con la Cina era soltanto per le arance, ma lo stesso giorno abbiamo firmato anche quello per la carne suina. È stato un primo mattoncino soprattutto con la Cina, un Paese che ha delle potenzialità pazzesche sotto il punto di vista del business che si può sviluppare”.

“Stiamo lavorando insieme con l’Ente risi e a tante associazioni di categoria ad un progetto per esportare in Cina un riso particolare, diverso, che i cinesi in questo momento non hanno. È un riso utilizzato per il risotto”.

“Fa sorridere – ha aggiunto – perché sembra quasi come andare a vendere il ghiacciolo al Polo Nord, ma i consumatori cinesi ritengono i prodotti italiani di qualità e garantiti. Esportare riso in Cina potrebbe diventare tra pochi mesi una realtà”.

“È vero che sarà un prodotto di nicchia all’interno del mondo cinese – ha detto – ma è altrettanto vero che i cuochi italiani che ci sono in Cina ci stanno chiedendo la possibilità di avere un riso italiano da potere utilizzare nei loro ristoranti. Il mio obiettivo è quello di permettere ai nostri produttori di potere andare in Cina a testa alta con un prodotto che viene considerato dal Governo cinese di eccellenza”.

Poi il focus del Ministro durante il convegno è andato alle eccellenze siciliane:  “Le eccellenze siciliane, contribuiscono a promuovere l’enogastronomia del territorio e del nostro Paese – ha spiegato il Ministro Centinaio – . le eccellenze, le Igp, le Doc e numerosi altri prodotti dell’agricoltura, della pesca e dell’allevamento vengono poi trasformati da maestri della cucina italiana. Tutto questo va messo a sistema. A livello di export i prodotti agroalimentari italiani sono quelli che crescono di più. Il sistema Italia non può non tenere in considerazione che i nostri prodotti in giro per il mondo sono apprezzati e ricercati. Bisogna far sì che gli stranieri – conclude – possano acquistare e gustare la nostra cucina e fare squadra per poter essere competitivi. Il Ministero sta lavorando per portare il bello e il buono d’Italia in tutto il mondo”.

A scandire la visita catanese del Ministro Centinaio, prove da chef sul palco, con la preparazione, in estemporanea, di un piatto tricolore e la consegna della berretta bianca in porcellana a cui è seguito un giro del salone con la degustazione di un Etna rosso a cura di Associazione Italiana Sommelier.

“Un’iniziativa come questa fa onore alla Sicilia per qualità e spessore culturale – ha sottolineato il presidente della Regione Nello Musumeci – ma soprattutto per impegno e passione, quello di cui ha bisogno la nostra terra”.

Cibo e tecnologia che si fondono in una rassegna di appuntamenti con il gusto che, per quattro giorni, hannno animato il nostro territorio.

“Stiamo vivendo una splendida stagione per la città di Catania – ha dichiarato il sindaco Salvo Pogliese – grazie a questi eventi che offrono un nuovo modello di sviluppo al settore dell’ospitalità”.

Una kermesse fieristica da presenze record con migliaia di visitatori da tutta Italia e dall’estero.

“Siamo onorati che le migliori aziende del settore food, beverage, contract e hotellerie, abbiano scelto di esporre qui in Sicilia – ha commentato la founder Barbara Mirabella – con l’obiettivo di rendere Catania un hub strategico per il business , nel mediterraneo, dell’enogastromia”.

 

 

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