Con l’accusa di maltrattamenti e rapina in due sono finiti agli arresti nelle ultime ore a Catania. A finire in manette un figlio violento ed un giovane straniero. Entrambe le operazioni sono state portate a termine dalla polizia.

La violenza nelle quattro mura domestiche

Agenti delle volanti hanno arrestato un uomo, responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia. I poliziotti si recavano in un appartamento nella zona Librino dove era stata segnalata una lite in famiglia. Sul posto i poliziotti prendevano contatti con una donna di 74 anni, la quale riferiva di essere stata aggredita dal figlio che, a suo dire, aveva reagito violentemente e l’aveva assalita, tirandola per i capelli e colpendola all’addome, solo perché, durante il pranzo, la madre l’aveva rimproverato di aver esagerato con l’alcol. Anche in presenza degli agenti l’uomo si presentava particolarmente aggressivo, continuando a minacciare di morte l’anziana madre e rompendo diversi suppellettili: per questi motivi veniva arrestato e, su disposizione del pubblico ministero, rinchiuso nel carcere Piazza Lanza in attesa della convalida dell’arresto.

La rapina

La polizia ha arrestato un cittadino gambiano di 22 anni con l’accusa di rapina. I poliziotti sono intervenuti all’alba con diversi equipaggi nella zona tra le vie Sangiuliano ed Etnea, dove era stata segnalata una rapina appena consumata. Giunti sul posto, gli agenti prendevano contatti con la vittima, una turista tedesca alla quale era stata “scippata” la borsa. La vittima forniva una dettagliata descrizione del rapinatore e, grazie alla visione di alcune immagini dei sistemi di videosorveglianza e all’attività d’indagine organizzata in sinergia con la sala operativa, i poliziotti riuscivano a individuare e fermare un cittadino gambiano che poco prima, insieme ad un complice che è riuscito a sfuggire, aveva compiuto il raid criminale. Al momento dell’arresto il 22enne opponeva resistenza e per questo motivo gli veniva contestato anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale. A seguito del giudizio per direttissima nei confronti del gambiano veniva applicata la misura cautelare della custodia cautelare in carcere.

 

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