Beni sequestrati a Giuseppe Salvatore e Salvuccio junior Lombardo, esponenti di spicco del clan mafioso dei “Cappello”, legati da diretti rapporti di parentela con il capostipite Salvatore Cappello detto Turi. I sigilli a beni mobili e immobili del valore di 2 milioni e mezzo di euro sono scattati nell’ambito di un’operazione della polizia, coordinata dalla Dda. Sigilli a 5 immobili, tra cui una lussuosa villa a Ippocampo di Mare, un maneggio abusivo, 7 rapporti finanziari e 2 imprese individuali commerciali, di cui una nel settore della torrefazione e nel commercio del caffè ed una attiva nel settore del commercio dei fiori, esercitata con stazionamento permanente nell’area antistante il cimitero monumentale di Catania. Esercizio quest’ultimo storicamente gestito dalla famiglia Lombardo, da cui ne scaturisce il soprannome “U ciuraru” ampiamente riconosciuto nell’ambiente criminale.

Pericolosità sociale

La “pericolosità sociale” di Giuseppe Salvatore e Salvuzzio junior è stata accertata dai loro innumerevoli precedenti di polizia e dalle condanne definitive anche per associazione mafiosa. In particolare “U ciuraru”, già sorvegliato speciale, vanta condanne definitive per associazione mafiosa, ed è elemento ai vertici del clan “Cappello”, capeggiato dallo storico boss mafioso ergastolano Salvatore Cappello, al quale risulta legato da stretti rapporti di parentela, essendone il cugino. Giuseppe Salvatore risulta essere detenuto dal gennaio 2017 quando, nell’ambito dell’operazione “Penelope”, veniva arrestato dalla squadra mobile di Catania con altri 30 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone e intestazione fittizia di beni.

L’ascesa di Salvuccio

Lo stato di detenzione del padre ha consentito negli ultimi anni a Salvuccio di accrescere ulteriormente il suo prestigio in seno all’organizzazione mafiosa Cappello, rappresentando un autorevole punto di riferimento, soprattutto per gli associati liberi appartenenti al gruppo criminale di Salvatore Massimiliano Salvo “U Carruzzeri”. Gruppo, quest’ultimo, al quale è storicamente legato Giuseppe Salvatore Lombardo. Infatti, nel febbraio 2021, Salvuccio Junior veniva arrestato nell’operazione “Minecraft”, con altro 15 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del 416 bis per avere favorito l’associazione mafiosa Cappello-Bonaccorsi. Per lui anche una condanna a 20 anni per questa operazione ed un’altra a 15 anni e 9 mesi nell’ambito dell’altra operazione “Centauri”. Quest’ultimo procedimento era scaturito da un contrasto sorto tra esponenti delle consorterie mafiose catanesi dei Cursoti e dei Cappello, culminato nell’agosto 2020 con l’omicidio a Librino di due Cappelloti e con il ferimento di diversi altri associati.

Gli accertamenti patrimoniali

Le indagini e gli accertamenti patrimoniali condotti dagli investigatori “patrimonialisti” della divisione anticrimine e della squadra mobile, coordinate nel loro articolato sviluppo dalla Procura della Repubblica, oltre ad avere delineato un solido quadro probatorio ed evidenziato l’attuale e qualificata pericolosità sociale dei due, hanno consentito di verificare le loro posizioni economiche, permettendo di individuare anche cespiti patrimoniali e attività commerciali oggetto di intestazione fittizia, acquisiti attraverso il reimpiego di danaro proveniente dalle loro attività illecite. La complessa attività di indagine, infatti, ha consentito di sequestrare per la prima volta l’impresa di fiori operante nell’area antistante il cimitero di Catania e ha permesso di riscontrare le infiltrazioni della criminalità organizzata catanese nel commercio di questo settore, evidenziando l’interesse del sodalizio a mantenere il controllo di determinate attività commerciali, acquisendo autorizzazioni e concessioni amministrative intestate anche a terzi.

Redditi anomali

L’analisi dei flussi finanziari entrate-uscite dei soggetti interessati, sviluppata anno per anno per più di un decennio, attraverso le banche dati in uso alle forze dell’ordine, ha evidenziato una forte sperequazione tra i redditi di padre e figlio e dei loro nuclei familiari ed i beni, fittiziamente intestati a congiunti e terzi, comunque nella disponibilità dei Lombardo che, pertanto, in assenza di adeguate entrate lecite, sono stati ritenuti frutto e reimpiego dei proventi delle attività illecite commesse in seno al clan mafioso di appartenenza, in un arco temporale di accertata pericolosità sociale di oltre un decennio.

 

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