Operazione antimafia a Catania scattata all’alba di oggi. Ad eseguirla la polizia di Stato. Smantellato un sodalizio criminale dedito alle estorsioni, alle rapine e alla droga. Nella ricostruzione degli inquirenti emerge anche un tentato omicidio. Nella provincia catanese è l’ennesimo colpo inferto a Cosa nostra.
I dettagli
L’operazione prende il nome di “Third family” ed è stata mirata ai membri di un sodalizio criminale, arrestati per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, aggravata dall’essere armata, tentato omicidio aggravato, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente, aggravata dall’essere armata, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, reati in materia di armi e ricettazione delle medesime, tentata rapina aggravata, tentata estorsione aggravata, evasione e favoreggiamento personale al traffico di sostanze stupefacenti. L’attività è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Ulteriori dettagli verranno illustrati, alle ore 10:30, presso la sala riunioni del X Reparto Mobile di Catania.
Il mese scorso altra operazione
Appena il mese scorso erano scattati altri 16 arresti a Catania nell’ambito di un’altra operazione antimafia. Su delega della Procura Distrettuale-Direzione Distrettuale Antimafia, la polizia ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal gip del tribunale di Catania. Le indagini in questo caso furono avviate nel 2015 nell’ambito del contrasto alle iniziative delinquenziali poste in essere dalla cosca mafiosa “Pillera-Puntina”. Le attività investigative si sono avvalse del contributo di diversi collaboratori di giustizia.
L’operazione “Consolazione”
L’operazione della squadra mobile colpì presunti appartenenti al clan “Pillera-Puntina”. I 16 fermati sono indagati a vario titolo per associazione di tipo mafioso, estorsione e usura. Il clan “Puntina-Pillera” è facente capo allo storico leader attualmente detenuto Salvatore Pillera detto “Turi cachiti”, promossa e diretta da Iieni Giacomo Maurizio e Pappalarso Fabrizio. Le indagini per fatti accertati a Catania, sino a luglio 2019 hanno permesso di scoprire la disponibilità di armi e casi di estorsione.
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