Non voleva che andasse in palestra e con uno dei suoi soliti scatti d’ira l’aveva colpita con estrema violenza con il telefonino, tanto da causare una frattura al naso. Finisce in manette per maltrattamenti un uomo di 57 anni della provincia Catanese. La vittima, la compagna di 38 anni, non era la prima volta che veniva aggredita con questa violenza. Questa volta ha però deciso di raccontare tutto ai carabinieri chiedendo il loro aiuto. Il pestaggio l’ha subito davanti agli occhi inorriditi e impauriti del figlio minorenne.
Arresto in flagranza
I carabinieri della tenenza di Misterbianco hanno arrestato in flagranza di reato un 57enne residente nella stessa cittadina Catanese accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. I militari sono intervenuti nel quartiere Montepalma in seguito ad una richiesta di aiuto attraverso il 112 da parte di una donna che riferiva di un’aggressione fisica ad opera del compagno. Intervenuti tempestivamente i carabinieri hanno trovato la vittima, una 38enne catanese ancora in strada con il volto gonfio, insanguinato ed una ferita al naso.
Il racconto della donna
La donna ha raccontato ai militari che a seguito di una violenta lite avvenuta poco prima con il compagno 57enne, quest’ultimo nonostante la presenza del figlio minore l’avrebbe prima schiaffeggiata e poi le avrebbe lanciato contro il telefono cellulare colpendola al naso. Ai militari la malcapitata ha raccontato che non era la prima volta che subiva le reazioni violente e gli abusi del compagno anche per futili motivi, cui seguivano regolarmente aggressioni fisiche: nello specifico, quella mattina avevano avuto una discussione perché l’uomo si lamentava del fatto che lei frequentasse una palestra.
Naso fratturato
Per le lesioni riportate la donna ha avuto bisogno di cure mediche. Trasportata in ospedale, è stata dimessa con una prognosi di 30 giorni per “frattura delle ossa proprie del naso lato destro minimamente scomposta”. Il 57enne, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stato sottoposto dai carabinieri agli arresti domiciliari in un’altra abitazione in attesa dell’udienza di convalida.
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