I carabinieri di Grammichele hanno controllato una cooperativa con sede legale nel Comune del Catanese che impiegava la raccolta delle arance, sei lavoratori stranieri, quattro bangladesi e due tunisini, regolari sul territorio italiano ma non assunti regolarmente. Al titolare dell’azienda i carabinieri hanno elevato una maxi sanzione per aver impiegato manodopera in nero per un ammontare di 21.600 euro. Sono stati recuperati contributi previdenziali ed assistenziali per 6.000 euro.

La truffa dei falsi braccianti agricoli, arrestato imprenditore nel Messinese

La Guardia di Finanza ha eseguito a Messina un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti dell’imprenditore agricolo L.D. 58 anni, ritenuto vicino alla criminalità organizzata dei Nebrodi ed accusato, in concorso con altri, dell’indebita percezione di finanziamenti pubblici e prestazioni assistenziali e previdenziali riconducibili al cosiddetto “falso bracciantato agricolo”, ed innumerevoli ipotesi di falso. Il provvedimento è l’evoluzione dell’Operazione ‘Ladybug’, dal nome della principale società coinvolta, condotta dalle Fiamme Gialle di Patti che, nel dicembre scorso, aveva già portato al sequestro preventivo, di beni per un valore di circa 1,5 milioni di euro e scoperto centinaia di lavoratori che avevano indebitamente conseguito le indennità assistenziali e previdenziali destinate al settore agricolo, con la fuoriuscita dalla casse dell’Inps di oltre 550 mila euro.

Il precedente a dicembre sempre nel Messinese

Il 15 dicembre scorso la Guardia di Finanza ha scoperto a Piraino (Messina) “un’indebita percezione di finanziamenti pubblici” dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) e ha denunciato 156 falsi braccianti agricoli, responsabili, a vario titolo, di frode ai danni dell’Inps, falso e truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche. Disposto un sequestro di un milione e cinquecento mila euro. Secondo gli investigatori il titolare di una cooperativa, D. L., avrebbe comunicato l’assunzione di centinaia di lavoratori. Ma i braccianti, secondo la Gdf, non hanno espletato alcuna prestazione lavorativa, riuscendo, comunque, secondo l’accusa, a percepire contributi previdenziali ed assistenziali in realtà non dovuti. La frode ha riguardato anche l’erogazione di ulteriori contributi pubblici, ammontanti a circa mezzo milione di euro, concessi dall’Agea nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2007-2013.

 

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