Si chiama ‘consegna a domicilio’ l’operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di 11 persone 10 delle quali in carcere, per droga e furti gestiti dai clan di Cosa Nostra. Sono state sgominate due diverse organizzazioni che operavano da Catania a Siracusa ma anche a Palermo.

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 11 persone (10 ristrette in carcere e una agli arresti domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (principalmente cocaina e marijuana) nonché alla perpetrazione di furti aggravati anche in abitazioni.

L’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania e coordinata dalla Procura Distrettuale si è avvalsa di metodi tradizionali  ovvero intercettazioni telefoniche e ambientali che, su disposizioni di volta in volta impartite dalla Procura, sono state  puntualmente riscontrate con l’esecuzione di 5 arresti in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti e furto in abitazione nonché con il sequestro di kg.4,5 di marijuana.

L’indagine denominata operazione “CONSEGNA A DOMICILIO” perchè l’appartamento del principale indagato era divenuto una base logistica per la compravendita all’ingrosso e al dettaglio di cocaina e marijuana.

Nello specifico, l’indagine dei Finanzieri del G.I.C.O. di Catania trae la sua origine dallo sviluppo diretto di alcuni elementi acquisiti in un altro procedimento penale che portò, nel gennaio 2016, all’arresto in flagranza di reato di 2 persone trovate in possesso di cocaina e eroina, sostanze stupefacenti destinate ad essere acquistate proprio dall’organizzazione criminale successivamente sottoposta a indagini. Nel proseguo delle attività, i Finanzieri del Nucleo P.E.F. delineavano anche l’operatività di una distinta associazione che, oltre a spacciare stupefacenti, si era specializzata nella realizzazione di furti in abitazione e in esercizi commerciali “con spaccata”.

Il primo sodalizio criminale ruota intorno alla figura di Carmelo Russo detto “Turazzo”, 65 anni la cui abitazione di Misterbianco fungeva da centrale operativa dello spaccio oltreché sede di incontri con pregiudicati e soggetti sottoposti a provvedimenti di sorveglianza speciale della pubblica sicurezza. RUSSO Carmelo unitamente al fratello Mario (cl.1972), quest’ultimo già condannato per la sua appartenenza al clan mafioso dei “Cursoti Milanesi”, mantenevano costanti relazioni con fornitori (palermitani e calabresi) ed acquirenti (localizzati a Messina, Siracusa, Motta Sant’Anastasia, Portopalo di Capopassero) avvalendosi della collaborazione di altre persone ora arrestate

Si tratta di Filadelfo Innao di 63 anni e Cirino Giannetto di 39 che sarebbero stati i detentori della “cassa comune” del gruppo criminale e, quando necessario, corrieri dello stupefacente acquistato o da cedere; Emanuele Pavone di 54 anni che si sarebbe occupato della fase di approvvigionamento degli stupefacenti nonché della vendita in territorio messinese; Antonio Bevilacqua di 46 anni e Antonio Pelle di di 34, entrambi reggini, considerati stabili fornitori di cocaina della formazione criminale catanese.

Il secondo focus investigativo dell’operazione era rappresentato dall’associazione a delinquere capeggiata da Vito Danilo Caputo di 31 anni e da Pio Giuseppe Scardaci di 34 e completata da Alfio Stancampiano di 26 e Carmelo Motta di 35 – i primi tre sono stati ristretti in carcere, il quarto ai domiciliari – i quali erano autori seriali di furti, anche tentati, in appartamento. Nello specifico, gli indagati erano soliti impossessarsi delle chiavi dell’abitazione che il malcapitato lasciava incustodite nella sua autovettura per poi recarsi presso l’appartamento della vittima e agire indisturbati. Spesso la persona offesa non si rendeva conto della sottrazione delle chiavi in quanto l’autovettura veniva aperta senza che gli indagati lasciassero evidenti segni di effrazione.

LA RICOSTRUZIONE DEI TRAFFICI E GLI ARRESTATI

Numerosi i fatti contestati a questo secondo gruppo. Si va dal furto di una Fiat Bravo a Lentini (SR) e conseguente utilizzo dello stesso veicolo contro la vetrina di un esercizio commerciale di Siracusa per l’impossessamento di oltre 500 capi di abbigliamento del valore di circa 25 mila euro  a quello in un’abitazione di Belpasso (CT) con il conseguimento di un bottino di gioielli del complessivo valore di 1.500 euro circa fino al  furto in un appartamento a Cefalù (PA) di gioielli e denaro contante per circa 80 mila euro recuperati dalla Guardia di Finanza di Catania in occasione dell’arresto in flagranza di reato dei 2 responsabili.

L’indagine del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania ha, dunque, permesso di porre fine all’attivismo di due agguerriti sodalizi che si muovevano a stretto contatto con soggetti interni ad organizzazioni mafiose già raggiunti da provvedimenti restrittivi richiesti da quest’Ufficio ed eseguiti anche da altre forze di polizia.

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