Nella mattinata i componenti della “gazzella” dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Palagonia, nel corso di un controllo lungo la SS 288 nelle campagne di Ramacca hanno intercettato un uomo che, alla guida di una Fiat Panda, anziché fermarsi all’alt degli operanti per un controllo di routine, ha accelerato nel tentativo di sfuggirgli.
Il conducente dell’auto ubriaco, era sottoposto agli arresti domiciliari
Ne è scaturito un inseguimento lungo la SS 288 e sulla SS 192 in direzione Catania allorchè il fuggiasco, fermato dai militari, ha ancora cercato di sottrarsi al loro controllo.
Quest’ultimo, verosimilmente in preda ai fumi dell’alcol, ha rifiutato di sottoporsi all’alcoltest e pertanto, sottoposto in caserma a più approfonditi accertamenti, è risultato essere sottoposto agli arresti domiciliari.
L’auto era stata rubata nel centro di Catania poche ore prima
Ma non è tutto perché la Fiat Panda sulla quale viaggiava, nel cui cilindro del quadro d’accensione i Carabinieri hanno rinvenuto il cosiddetto “spadino” per forzarne la serratura, è risultata provento di furto avvenuto soltanto poche ore prima in una zona del centro di Catania e, pertanto, è stata restituita al legittimo proprietario.
Si aprono le porte del carcere per il pregiudicato
L’uomo, un 62enne pluripregiudicato del posto, è stato così arrestato per furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale ed evasione dagli arresti domiciliari e, quindi, ricondotto al proprio domicilio in regime di custodia precautelare in attesa della fissazione dell’udienza di convalida, all’esito della quale il giudice ha disposto per lui la misura della custodia in carcere.
Un’auto rubata nel garage
La droga nel frigorifero non utilizzato e l’auto rubata dentro il garage che stava per essere smontata del tutto per farne pezzi di ricambio. E poi dentro la camera da letto ben 5 mila euro in contanti. E’ quello che i carabinieri hanno trovato a fine ottobre in un’abitazione alla periferia di Catania: un uomo è stato arrestato e l’altro denunciato.
Arresti della polizia a Messina
La polizia di Stato di Messina negli scorsi giorni in due i distinti episodi, rispettivamente, di furto e di tentato furto su mezzi parcheggiati sulla pubblica via, ha fermato tre persone.
Fermati l’autore del furto e il complice
Il primo episodio si è verificato in via Giacomo Venezian dove, all’arrivo dei Poliziotti, i due presunti autori del tentato furto avevano già mandato in frantumi un finestrino dell’auto presa di mira. Uno dei due stava rovistando all’interno dell’abitacolo dell’auto, mentre l’altro, che faceva da “palo”, ha tentato la fuga venendo però subito raggiunto e bloccato dagli Agenti.
Si trattava di due cittadini di nazionalità tunisina, di 18 e 21 anni, entrambi ospiti di un centro d’accoglienza cittadino, accusati del reato di tentato furto aggravato in concorso e, pertanto, arrestati in flagranza.
La segnalazione di un residente
A segnalare il tentato furto un cittadino che, con una telefonata al numero unico “112”, ha dato l’allarme e reso possibile il tempestivo intervento dei Poliziotti delle Volanti. Una volta arrestati, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria il ventenne e il diciottenne sono stati trattenuti presso le camere di sicurezza della caserma Calipari fino al rito direttissimo, nell’ambito del quale è stato convalidato l’arresto e disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Un ladro beccato dal proprietario della vettura
In un altro episodio in via Marco Polo dove il responsabile è stato individuato grazie alla telefonata non di un cittadino qualunque ma dello stesso proprietario del mezzo. Il ladro, messinese di 38 anni, nel corso della notte aveva già smontato il parabrezza di una moto e parte della marmitta, quando è stato visto dal proprietario e è fuggito. Intanto, su telefonata dello stesso proprietario, la Sala Operativa della Questura ha coordinato le Volanti che sono riuscite a bloccare il ladro a breve distanza dal luogo del furto con ancora gli arnesi utilizzati per lo scasso e il parabrezza appena smontato. Giudicato con rito direttissimo, è stato sottoposto agli arresti domiciliari da cui è evaso pochi giorni dopo. Rintracciato nuovamente, è stato trasferito presso il carcere di Gazzi, in esecuzione dell’aggravamento di misura cautelare.
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