La polizia di Stato di Messina negli scorsi giorni in due i distinti episodi, rispettivamente, di furto e di tentato furto su mezzi parcheggiati sulla pubblica via, ha fermato tre persone.

Fermato l’autore del furto e il complice

Il primo episodio si è verificato in via Giacomo Venezian dove, all’arrivo dei Poliziotti, i due presunti autori del tentato furto avevano già mandato in frantumi un finestrino dell’auto presa di mira. Uno dei due stava rovistando all’interno dell’abitacolo dell’auto, mentre l’altro, che faceva da “palo”, ha tentato la fuga venendo però subito raggiunto e bloccato dagli Agenti.

Erano due tunisini

Si trattava di due cittadini di nazionalità tunisina, di 18 e 21 anni, entrambi ospiti di un centro d’accoglienza cittadino, accusati del reato di tentato furto aggravato in concorso e, pertanto, arrestati in flagranza.

La segnalazione di un residente

A segnalare il tentato furto un cittadino che, con una telefonata al numero unico “112”, ha dato l’allarme e reso possibile il tempestivo intervento dei Poliziotti delle Volanti. Una volta arrestati, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria il ventenne e il diciottenne sono stati trattenuti presso le camere di sicurezza della caserma Calipari fino al rito direttissimo, nell’ambito del quale è stato convalidato l’arresto e disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Un ladro beccato dal proprietario della vettura

In un altro episodio in via Marco Polo dove il responsabile è stato individuato grazie alla telefonata non di un cittadino qualunque ma dello stesso proprietario del mezzo. Il ladro, messinese di 38 anni, nel corso della notte aveva già smontato il parabrezza di una moto e parte della marmitta, quando è stato visto dal proprietario e è fuggito. Intanto, su telefonata dello stesso proprietario, la Sala Operativa della Questura ha coordinato le Volanti che sono riuscite a bloccare il ladro a breve distanza dal luogo del furto con ancora gli arnesi utilizzati per lo scasso e il parabrezza appena smontato. Giudicato con rito direttissimo, è stato sottoposto agli arresti domiciliari da cui è evaso pochi giorni dopo. Rintracciato nuovamente, è stato trasferito presso il carcere di Gazzi, in esecuzione dell’aggravamento di misura cautelare.

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