La storia. La Casa-museo Garibaldi si trova a pochi passi dal Palazzo Municipale. Era la casa del Parroco Antonino Pampalone (1810-1866), fervente liberale e deputato per Calatafimi al Parlamento Siciliano del 1848: proprio in questa casa fu accolto l’Eroe dei Due Mondi insieme con quattro dei suoi ufficiali il 16 maggio 1860, all’indomani della famosa battaglia di Calatafimi.

Garibaldi tornò ospite nella casa del Parroco Pampalone nel luglio del 1862 e, in quella occasione, visitò a Pianto Romano i luoghi della battaglia e la fossa comune, segnata da una semplice croce, che raccoglieva i resti dei caduti in battaglia.

La sede. Al suo interno è possibile visitare le stanze dove Giuseppe Garibaldi trovò riparo e ristoro in quei travagliati giorni in cui si decidevano le sorti della nascente Italia.

L’edificio, in base alle caratteristiche architettoniche, si può fare risalire alla fine del ‘700 ed è parte integrante della storia dell’epopea garibaldina alla quale la città di Calatafimi è legata. Così dimostrano le due lapidi marmoree affisse sul prospetto e all’interno dell’edificio, la prima del 16 maggio del 1860, la seconda del mese di luglio del 1862. All’interno del Museo è possibile ammirare documenti dell’epoca d’importanza storica, cimeli appartenuti ai garibaldini e ai borbonici, fotografie con manoscritti, foto delle riprese storiche del film sulla battaglia di Calatafimi nell’anniversario dei 100 Anni. La casa è arredata con i mobili del Risorgimento.

La Rete dei musei comunali della Sicilia.

 Anche lo spazio museale di Calatafimi-Segesta rientra nella Rete dei musei comunali della Sicilia, iniziativa promossa dall’Associazione dei comuni siciliani che ha visto ad oggi l’adesione di circa 100 Comuni e 200 musei attraverso una formale delibera di giunta comunale.

L’iniziativa, cui è dedicato il portale musei-sicilia.it, può considerarsi come l’avvio di un “arcipelago” di progetti finalizzati a valorizzare e migliorare i singoli musei comunali sotto molteplici punti di vista e promuovere ancor di più il patrimonio culturale siciliano nel suo complesso.

Tale opera di promozione, valorizzazione e miglioramento è pensata sia nell’interesse della fruizione di coloro che vivono in Sicilia sia in favore dei turisti.

Tra le iniziative specifiche che si stanno portando avanti nell’ambito della rete, rientra una campagna di comunicazione e promozione dedicata ad ogni singolo museo e l’avvio di iniziativa formative in favore di coloro che operano nei musei.

Per avere maggiori informazioni sulla rete dei musei, per comprendere come aderire e per collaborare e proporre progetti e iniziative è possibile visitare il portale musei-sicilia.it o scrivere a museisicilia@anci.sicilia.it

Itinerario museale. Al piano terra troviamo delle ceramiche a tema, realizzate da ex alunni della scuola media di Calatafimi durante dei laboratori d’arte.

Al primo piano inizia la zona museale vera e propria, con il pavimento maiolicato, in parte restaurato, tipico delle case siciliane benestanti dell’epoca. Qui si trovano varie teche con armi e parti di uniformi rinvenute sul luogo della battaglia, giornali dell’epoca e ritratti di patrioti. Famoso il balcone dal quale si narra che Garibaldi, parlando alla folla calatafimese, declamò la famosa frase: “O Roma o morte”.

Da non perdere le riproduzioni in bianco e nero di foto dell’epoca e molte riproduzioni a colori di fotogrammi del film di Rossellini “Viva l’Italia” (1961).

Il film di Roberto Rossellini. Nel 1961 il famoso regista Roberto Rossellini ha diretto il film “Viva l’Italia!” in cui narra la storica spedizione dei Mille.

Il lungometraggio è stato girato nei luoghi dove si svolsero i fatti, con centinaia di comparse e una notevole attenzione ai costumi. La narrazione prende le mosse dalla rivolta siciliana dell’aprile del 1860 e si conclude all’indomani dell’incontro tra il generale Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II.

Particolarmente suggestive sono le scene, riprese dall’alto, della battaglia di Calatafimi che mostrano le posizioni e i movimenti delle truppe sul colle Pianto Romano.

La battaglia durò circa quattro ore e si concluse quando i garibaldini dopo ripetuti ed estenuanti assalti conquistarono alla baionetta la cima del colle.

Ossario di Pianto Romano. Strettamente collegato alla presenza di Garibaldi a calatafimi è l’Ossario di Pianto Romano, uno dei simboli della storia italiana. Il monumento fu costruito in memoria della battaglia di Calatafimi e progettato dall’architetto siciliano Ernesto Basile, nel 1885.

Si tratta di un obelisco alto 30 metri sulle cui pareti laterali si trovano due rilievi in bronzo che raffigurano lo sbarco dei Mille e la Battaglia di Calatafimi.

Itinerario cittadino. Girando tra le vie del centro storico di Calatafimi si intuisce la ricchezza culturale lasciata dalle popolazioni che dal IX secolo l’hanno dominata. Vicoli, cortili, sottopassaggi e scalinate si intrecciano fra di loro creando scorci molto suggestivi, mentre le chiese, più di 30, custodiscono dei veri gioielli dell’arte religiosa. E poi, balconi, fontane e piazze sempre adornati da piante e fiori, un vero omaggio alla natura circostante.

Il sindaco Francesco Gruppuso. “Con grande soddisfazione questa Amministrazione nel corso del 2022 ha avviato un importante intervento di recupero e riqualificazione del museo Casa Garibaldi. L’edificio, trascurato per troppo tempo, è stato riportato al suo splendore grazie ad un intervento mirato e risolutivo, che ha consentito la riapertura al pubblico nel dicembre dello stesso anno. Il museo Casa Garibaldi di Calatafimi è una struttura che conserva e celebra la memoria storica del celebre condottiero Giuseppe Garibaldi e del suo legame con la Sicilia, in particolare con il territorio di Calatafimi, dove si è svolta una delle battaglie più significative durante il processo di unificazione dell’Italia. Il nostro obiettivo principale è stato quello di restituire alla comunità un luogo di cultura e storia, che fosse accessibile e integrato nel circuito turistico locale e di inserirlo all’interno del programma “Borghi dei Tesori”. Così facendo siamo riusciti a rendere il museo parte di un più ampio sistema di attrattori culturali che include anche i nostri luoghi d’interesse di tipo religioso e archeologico, offrendo ai visitatori un’esperienza completa e ricca della nostra identità storica”.


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