Lo hanno ucciso e poi hanno dato alle fiamme il corpo nel tentativo di cancellare ogni traccia. Ma un anno e mezzo dopo la Procura è riuscita a fare luce sul terribile omicidio di Andrea Paternò, 40 anni di Barrafranca, nell’ennese, il cui cadavere carbonizzato fu trovato nelle campagne dell’ennese all’interno di un fuoristrada.
L’operazione di oggi
I carabinieri del nucleo investigativo di Enna, insieme a personale del Ros, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta nei confronti di 4 soggetti indagati per “omicidio aggravato”, “distruzione di cadavere” e “incendio seguito da danneggiamento”. Le attività di indagine, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, hanno fatto emergere un grave quadro indiziario, in relazione all’omicidio di Paternò, i cui resti furono rinvenuti per l’esattezza il 13 luglio 2020, in località Arcera agro di Enna.
Il caso
Paternò aveva alcuni precedenti di polizia ed era scomparso da qualche giorno. Il mezzo al cui interno è stato scoperto il cadavere risulta essere di proprietà del padre di Paternò e veniva utilizzato da Andrea. A segnalare il fuoristrada dato alle fiamme è stato un uomo che si stava recando in una sua proprietà. Le indagini sono state condotte dai carabinieri che sin dal primo momento hanno puntato sulla pista legata al mondo della piccola criminalità locale e la possibile vendetta personale.
Lo sviluppo delle indagini
Dall’autopsia sul corpo del cadavere venne fuori che Paternò fu freddato da un colpo di arma da fuoco e solo dopo dato alle fiamme. La vittima aiutava il padre nell’allevamento degli animali. In questo anno e mezzo i militari dell’Arma hanno ricostruito la personalità della vittima e le ultime frequentazioni, e sentito anche i familiari e amici alla ricerca di elementi utili alle indagini. Un lavoro certosino che ha dato i suoi frutti.
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