Non finisce di suscitare polemiche il concorso per il potenziamento dei centri per l’impiego in Sicilia per 537 figure (cat. D) laureate. Solo ieri erano state pubblicate le graduatorie definitive per 264 funzionari per i quali scatterà da subito l’assunzione a tempo pieno e indeterminato.

Ora spunta il caso della Dott.ssa G.I. di Agrigento, una donna di 48 anni, che dopo aver ottenuto un punteggio inferiore rispetto a quello richiesto per il superamento della prova scritta, convinta della correttezza di alcune risposte, erroneamente valutate dalla Commissione di concorso, ha presentato ricorso prima innanzi al T.A.R. Sicilia -Palermo (ricorso rigettato) e poi al Consiglio di Giustizia Amministrativa che le ha dato, invece, ragione, sconfessando di fatto la Regione e ammettendola alla fase successiva.

Il caso

L’atteso bando per il rafforzamento dei centri per l’impiego nell’isola aveva previsto una prima selezione dei candidati sulla base dei titoli posseduti e una successiva prova scritta da superare con un punteggio minimo pari a 21 punti e una valutazione finale dei titoli di servizio e dell’esperienza lavorativa.

La Dott.ssa G.I., in possesso di tutti i requisiti e dei titoli richiesti, dopo aver presentato la propria domanda e aver superato la preselezione iniziale, grazie ad una pronuncia cautelare del Giudice Amministrativo, è stata però esclusa dall’elenco degli idonei per aver conseguito un punteggio pari a 20,45, a fronte dei 21 punti richiesti per il superamento della prova scritta.

Convinta della correttezza di alcune risposte fornite la donna non si è però data per vinta e con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha proposto, nell’ambito del giudizio già pendente innanzi al T.A.R. Sicilia – Palermo (riguardante il succitato superamento della prova preselettiva), un ulteriore ricorso per motivi aggiunti.

Con tale istanza gli Avv.ti Rubino e Impiduglia, rilevando l’erroneità dalla valutazione data dalla Commissione di concorso ad alcune risposte della candidata, hanno richiesto al Giudice l’emanazione di un provvedimento cautelare volto a sospendere gli effetti degli atti impugnati.

L’istanza cautelare è stata, però, rigettata dal T.A.R. di Palermo con ordinanza del 28 luglio 2022.

Nonostante il rigetto, la candidata ha, così, deciso di ricorrere in appello, innanzi al Consiglio di Giustizia Amministrativa, insistendo sulla correttezza delle risposte date e facendo notare che all’esito della procedura selettiva in oggetto sono rimasti non assegnati ben 211 posti, motivo per cui  l’Assessorato Regionale starebbe valutando l’indizione di una nuova procedura concorsuale coprire i posti rimasti vacanti.

Alla luce di tale evenienza, l’accoglimento della domanda cautelare garantirebbe alla candidata la salvaguardia medio tempore dei propri diritti, evitando che il posto al quale la stessa ambisce venga coperto tramite un nuovo concorso.

Ecco perché, con ordinanza pubblicata il 12 settembre 2022, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, condividendo le tesi sostenute dagli Avv.ti Rubino e Impiduglia, ha accolto l’istanza cautelare, ritenendo il ricorso in appello proposto dalla dott.ssa G.I “assistito da sufficiente fumus boni juris”, e in quanto, l’esecuzione del provvedimento impugnato potrebbe cagionare alla candidata un pregiudizio grave ed irreparabile.

La donna è stata ammessa alla fase finale

In esecuzione della superiore ordinanza del C.G.A., la ricorrente è stata, pertanto, ammessa alla successiva fase di valutazione dei titoli di servizio e dell’esperienza professionale, mentre l’Amministrazione Regionale si vedrà costretta a riservare alla Dott.ssa G.I., fino alla definitiva decisione di merito, uno dei posti rimasti scoperti per il profilo concorsuale a cui la stessa ha partecipato.

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