“Le misure straordinarie del Premier Conte sono acqua fresca”, lo dice il sindaco di Messina Cateno De Luca in merito alle prescrizioni del decreto del Governo per fronteggiare l’epidemia coronavirus. De Luca critica il Dpcm di ieri che ordina la chiusura di diverse attività commerciali
“Inserire tra gli esercizi che vendono beni di prima necessità gli esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature, la vendita di articoli per illuminazione o ancora le ferramenta o ancora le profumerie, lascia davvero perplessi sul significato che si intende attribuire alla dicitura ‘beni di prima necessità’, soprattutto ove si consideri che, contemporaneamente, si consente la consegna con pony express e si invita a favorire il telelavoro o comunque le modalità di lavoro online”. L’incongruenza, sostiene Cateno De Luca, rende inefficace il decreto.
Il sindaco della città dello Stretto annuncia una ordinanza rigida, chiudendo di fatto qualsiasi attività, ad eccezione dei generi che veramente costituiscono beni di prima necessità, “tra i quali non ritengo possano rientrare i profumi o i cacciavite”, dice De Luca.
Sospensione delle attività ivi compreso il settore alimentare, artigianale e produzione beni e servizi. Divieto agli spostamenti se non giustificati da autocertificazioni – e comunque solo per lavoro o comprovate esigenze. E ancora, ferie d’ufficio per i dipendenti pubblici non legati allo svolgimento di servizi essenziali. Chiusura dei mercati non alimentari, bar, gelaterie, ristoranti. Sospensione di tutti gli studi tecnici e professionali, centri estetici, banche e poste – per le ultime due si chiede comunque la garanzia di un servizio minimo essenziale. Queste in sostanza le principali restrizioni previste dall’ordinanza De Luca.
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