“Sono qui per occuparmi della geologia forense, quindi dell’analisi dei terricci e dei territori. Vedremo quale sarà la compatibilità dei terricci con i reperti ritrovati e con i luoghi. E’ un lavoro complicato come quello di tutti gli altri esperti”. Lo ha detto Roberta Somma, la geologa forense nominata perito dalla Procura di Patti nell’inchiesta sul giallo di Caronia, arrivando al Policlinico di Messina subito prima che iniziasse l’autopsia sui resti del bambino che tutti ritengono siano del piccolo Gioele. L’esperta ha sottolineato che il tempo trascorso per il ritrovamento dei corpi, “non è un’ostacolo per il lavoro” che deve svolgere.
Sul corpo del piccolo è stata eseguita una Tomografia assiale computerizzata (Tac) al Policlinico di Messina prima di avviare l’autopsia. Dall’esame èemerso che c’erano delle piccole pietre tra i resti del bambino trovati nelle campagne di Caronia, che potrebbero essere utili per stabilire il luogo e il momento della sua morte. In attesa dei primi risultati dell’esame medico legale, nell’ospedale Policlinico di Messina ci sono i familiari di Gioele: il padre Daniele Mondello, la zia Mariella e il nonno Letterio.
Il corpo della madre era stato trovato cinque giorni dopo la scomparsa, quello del bimbo il 18 agosto. La Tac, spiega Daniela Sapienza, medico legale della task force di esperti che partecipa all’esame medico legale, servirà ad effettuare dei “rilievi antropometrici” per “correlare il soggetto all’età anagrafica, sesso, e quanto utile per fare i rilievi antropologici” e potere permettere la possibile “identificazione” della piccola vittima. “Poi – aggiunge – andremo a vedere se ci sono segni di lesività macroscopica e di determinare l’epoca della morte”.
Nel frattyempo continua la polemica della famiglia nei confronti di chi si è occupato delle ricerche. “Il miasma è ancora presente nell’aria. Mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa” dice l’avvocato Claudio Mondello, cugino e legale di Daniele Mondello, padre di Gioele. “Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata – aggiunge – è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché”.
L’avvocato ipotizza che il corpo del bambino sia stato “verosimilmente trascinato nel luogo dove poi è stato ritrovato” e che “non si conosca la posizione originaria, quella in cui è morto”. Sulla tesi dell’omicidio-suicidio il penalista ricorda che “la presunzione di innocenza nel nostro ordinamento deve valere per tutti”. “Se ci sono elementi va bene – sottolinea -, altrimenti no. E non so se ci saranno mai questi elementi, io ne dubito”.
“Abbiamo fatto a Caronia un percorso ieri sera fino a tardi, presente anche il magistrato, per vedere se è possibile effettuare uno spostamento o comunque un cammino che portava da una parte all’altra della collina, ma l’itinerario è abbastanza difficile da percorrere” dice invece l’avvocato Pietro Venuti, legale della famiglia Parisi, al Policlinico di Messina in attesa dell’autopsia sui resti trovati.”Faranno ulteriori ricerche – aggiunge Venuti – perché ci sono parti mancanti del corpo del bambino, quindi faranno altre ricerche in quella zona. Dall’autopsia vediamo se è possible risalire alla causa della morte”.
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