Momenti di paura al Policlinico di Messina dove una dottoressa di guardia nel reparto di Medicina d’urgenza ha subito un’aggressione da parte di alcuni parenti di un paziente ricoverato per Covid. Il medico è stata aggredita a calci e pugni perchè non avrebbe concesso loro l’accesso al reparto. Sono continue le aggressioni a medici, infermieri e operatori sanitari, come denunciano i sindacati di categoria.
L’ultimo è proprio il caso di Messina
Dopo aver spiegato che le norme anti contagio vietano l’ingresso in ospedale e aver rassicurato sulle condizioni dell’uomo ricoverato, la dottoressa è stata brutalmente colpita, anche mentre era a terra, dai familiari del paziente che pretendevano di entrare. Una violenza inaudita nei confronti del medico.
Salvata dalla polizia, scatta la denuncia
La donna è stata salvata dai calci e dai pugni solo grazie al provvidenziale intervento della polizia che ha portato la calma e ha identificato gli aggressori. Per il medico aggredito sono state necessarie le cure del pronto soccorso dello stesso ospedale. Inevitabile la denuncia ai parenti del paziente Covid che si sono resi protagonisti dell’aggressione.Il direttore sanitario del policlinico Nino Levita ha espresso solidarietà alla dottoressa e al personale “che ogni giorno compiono sacrifici enormi per fronteggiare la situazione sanitaria sia per la recrudescenza della pandemia che per assicurare servizi ordinari extra Covid”.
La protesta dei sanitari
“A fronte della cronica carenza di personale che può arrivare a toccare in piena emergenza anche le 110mila unità, con i nosocomi alle prese con l’inarrestabile crescita delle infezioni degli operatori sanitari (se ne contano ben 2490 in più nelle ultime 48 ore, questo equivale a ben 2041 infermieri contagiati nei primi due giorni del nuovo anno!), si verificano situazioni di vero e proprio caos, in particolare nei pronto soccorsi, generate da stress, paura e il più delle volte dalla totale inadeguatezza delle strutture ospedaliere”. questo diceva il Nursind nei giorni scorsi a proposito delle continue aggressioni negli ospedali italiani.
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