Non bastava il caro energia, il caro carburanti e l’aumento anche dei costi dei trasporti, conseguenza diretta di tutto questo. Ad affossare le aziende agricole siciliane adesso ci si mette anche il caro mangimi. Rischiano seriamente di dover presto dare forfait moltissime aziende che allevano vacche e pecore da latte. Una situazione che ancora una volta mette in crisi il tessuto produttivo ed economico siciliano.
I motivi della crisi
L’sos arriva in particolare dal messinese, dalla zona dei Nebrodi dove insistono le attività di produzione di latte fresco più storiche e importanti. Ad incidere dapprima il caro bollette con i suoi costi triplicati; adesso anche i mangimi che sono composti in gran parte da materie prime provenienti da Russia e Ucraina. Da qui il materiale arriva con sempre meno frequenza ed a costi notevolmente maggiorati. Il mangime serve nel ciclo produttivo per almeno 7-8 mesi l’anno, per il resto si copre con il pascolo nei campi. Dunque i maggiori costi incidono sue due terzi dell’attività produttiva. I produttori hanno diminuito gli acquisti di mangimi di circa il 30% per via proprio di questi costi elevati e di materie prime che scarseggiano: “Ma la fattura a fine mese è sempre la stessa”. Quindi stessi costi a fronte di una netta diminuzione di prodotto acquistato.
Vitelli con latte delle madri
Nell’ottica proprio i una diminuzione di acquisto di mangimi le aziende stanno tamponando dando ai vitelli il latte prodotto dalle madri. Questo però chiaramente vuol dire mungere meno, e quindi avere a disposizione meno latte e meno prodotto da poter trasformare.
Gli altri effetti sulla categoria
Nonostante le rassicurazioni del governo nazionale e il decreto che taglia le accise per gli automobilisti, continua il caro gasolio per le aziende agricole. Nulla cambia infatti, per gli agricoltori, a seguito dell’entrata in vigore del decreto legge attraverso il quale, a seguito del taglio delle accise sui carburanti, gli agricoltori, avrebbero dovuto registrare una diminuzione significativa, di almeno 25-30 centesimi al litro, del costo del carburante, necessario a muovere le macchine agricole e a produrre il cibo per tutti noi. La speculazione, invece, continua aveva tuonato qualche giorno fa Edy Bandiera, ex assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana.
La mobilitazione nel siracusano
Nei giorni scorsi è arrivata una mobilitazione nel siracusano da parte degli addetti ai lavori. Sono arrivati a Palazzolo Acreide a bordo dei trattori. Gli allevatori ed agricoltori siracusani hanno deciso di protestare così per denunciare i rincari che riguardano i costi dell’energia, del carburante e delle materie prima. Il rischio di sprofondare, dopo aver resistito alla pandemia, è abbastanza concreto.
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