Migliaia di donne sono scese in piazza oggi a Palermo contro la violenza sulla donne, non più disposte ad accettare stereotipi e discriminazioni. Sullo striscione di apertura la scritta “Siamo rivolta!” un monito per chi ancora sottovaluta la forza delle donne e che sottende un processo di trasformazione della società che sta cominciando.

“Il corpo è mio e lo gestisco io” uno fra gli slogan che con forza si levano dal lungo serpentone. “Ormai da anni siamo nelle piazze e nelle strade della nostra città a ribadire che i femminicidi sono la punta di un iceberg fatto di oppressione. La violenza maschile esiste nel privato delle case, ma pervade ogni ambito della società e diventa sempre più strumento politico di dominio producendo solitudine, disuguaglianze e sfruttamento. Esiste infatti una violenza pubblica, che legittima quella privata, che passa per il sabotaggio sistematico della libertà di scelta delle donne che, nella nostra terra, si realizza non solo attraverso l’obiezione di coscienza ( che in Sicilia raggiunge l’ 89%) ma anche tramite altri dispositivi. Ci riferiamo allo smantellamento sistematico dei consultori operata dalle Regioni, alle scelte protocollari dell’Agenzia per il Farmaco che limitano fortemente la somministrazione della pillola abortiva RU486 e stabiliscono la non rimborsabilità della contraccezione, così come la recente esclusione della pillola del giorno dopo dai farmaci obbligatori nelle farmacie” dice Roberta Ferruggia di Non una di meno Palermo.

“Siamo scese in piazza in difesa dei centri anti-violenza oggi completamente definanziati. Luoghi di autonomia e di libertà delle donne e per le donne, di accoglienza per le donne vittime di violenza e di resistenza all’avanzare di politiche patriarcali e sessiste.
Oggi ci siamo prese le strade anche contro la violenza mediatica. “Gigante buono”, “amore non corrisposto”, “raptus di follia”: così il giornalismo e i media trasformano l’ennesimo femminicidio in una soap di sangue e passione. Un racconto volto a criminalizzare la donna e farci empatizzare con il carnefice. A questa narrazione che negli spot rappresenta le donne sole, sempre livide e rannicchiate ne stiamo costruendo un’altra di donne forti, capaci di autodeterminarsi e di reagire. Donne solidali che insieme si organizzano come abbiamo fatto oggi nelle piazze siciliane di Palermo e Messina, nella piazza di Roma e in tutte le piazze del mondo invase dalle donne che lottano” continua Roberta. In una città resa sempre più cupa e ostile dalla privatizzazione dello spazio pubblico, dalla militarizzazione delle strade, le donne continuano ad urlare che le strade sicure le fanno le donne e le soggettività libere che le attraversano” continua Roberta Ferruggia.

Manifestazioni anche a Messina. Il corteo contro la violenza sulle donne, indetto da Non una di meno – Messina, è partito alle 17 da Largo Seggiola e, attraversando il centro della città, ha raggiunto Piazza Unione Europea.
Qui, dopo una serie di interventi al megafono, si è conclusa la manifestazione.
“Nonostante gli ostacoli burocratici che la questura ci ha posto nel percorso di costruzione della giornata, oggi, abbiamo mandato una segnale importante: non ci fermeremo di fronte a nulla. Noi non deleghiamo la nostra liberazione a nessuno! L’unica arma che abbiamo è la forza collettiva. Unite nella lotta, attraversiamo le nostre città, sfidando il potere patriarcale” afferma Domiziana Giorgianni di Non una di Meno – Messina.

“Questo potere – continua – si manifesta, tutt’oggi, in moltissime forme, troppe. Noi non rimarremo inermi di fronte a questa violenza. Diciamo sempre che siamo il cambiamento che vogliamo imprimere alla società. Partiamo da noi, dalle nostre pratiche, dalla solidarietà femminista”.

Sullo striscione di testa un messaggio chiaro: “contro la violenza sulle donne, saremo rivolta”.Dietro, tantissime studentesse, lavoratrici, precarie che hanno manifestato la loro volontà di dare una risposta concreta.
“Siamo e saremo rivolta, fino alla fine – continua Domiziana Giorgianni -. Abbiamo ripreso lo slogan nazionale perché ci sentiamo vicine alle compagne di tutto il mondo, abbiamo però deciso di fare il corteo qui nella nostra città perché ogni soggettività possa sentirsi inclusa, avere la possibilità di scendere in piazza e manifestare accanto alle sue compagne. In Sicilia l’obiezione di coscienza raggiunge percentuali mai viste altrove, i consultori chiudono o non forniscono servizi adeguati e i centri anti-violenza subiscono un de-fininaziamento che limita un lavoro che dovrebbe essere diffuso e garantito”. “Siamo stanche e diciamo un secco NO alla violenza maschile, di genere, razzista e a tutti i governi che legittimano queste logiche attraverso azioni e proposte di legge che mirano a ridurre il diritto delle donne ad autodeterminarsi”