Riparte il dibattito sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina con un nuovo scontro tutto ideologico tra chi lo vede come opera strategica e fondamentale e chi invece ritiene più opportuno intervenire su infrastrutture più necessarie, sopratutto in questa fase di ripartenza.
“Senza infrastrutture adeguate il Mezzogiorno, la Sicilia, non ha alcun futuro. Lo dico e e lo scrivo da decenni’. Sono felice che molti altri oggi lo condividano – dice il leader di cantiere Popolare Saverio Romano -. Il tema del Ponte così come quello delle infrastrutture strategiche è stato centrale nella mia campagna elettorale così come è stato ribadito nell’ultimo incontro dei partiti che sostengono il governo Musumeci. Abbiamo chiesto a gran voce che venisse messo in agenda e siamo felicissimi di apprendere che oltre alle forze politiche tradizionalmente favorevoli oggi anche la sinistra, nella sua variegata composizione, sia in Sicilia che a Roma si dice disponibile per un piano di infrastrutture strategiche e in tale contesto il Ponte sullo Stretto diviene centrale. Ci auguriamo che alle parole seguano i fatti: sarebbe intollerabile sentire le solite promesse che ciclicamente vengono fatte e disattese’.
Nel dibattito interviene il Governatore Nello Musumeci: “Periodicamente si torna a parlare del Ponte sullo Stretto, sul quale tutti conoscono la mia posizione: sono da sempre favorevole e non ho mai cambiato opinione. Mi fa sorridere chi dice che prima del Ponte si debba pensare ad altro: è solo l’eterna scusa per non fare mai niente – sottolinea -. I siciliani sanno che l’unica volta in cui si è stati a un passo dall’avvio dell’opera è stato per impulso del governo Berlusconi e la nostra coalizione non ha mai cambiato opinione, come ha ricordato oggi Matteo Salvini. Se assieme al ministro Franceschini e al senatore Renzi si registrerá una nuova posizione da parte del governo Conte, saró felice di mettermi a disposizione, assieme al mio governo. Ma non servono comunicati stampa, ci vogliono norme e atti formali, a partire dalla conversione del decreto legge oggi all’esame del parlamento. Vogliamo fare un passo avanti? Modello Genova e commissario nazionale per il Ponte. Altrimenti saranno solo chiacchiere dall’amaro sapore elettorale. Nel frattempo aspettiamo che da 5 anni si apra il ben più ridotto viadotto Himera, sull’autostrada Palermo-Catania”.
“Il ponte sullo Stretto di Messina è un’opera strategica da realizzare al più presto possibile. Basta annunci e chiacchiericcio politico, si proceda spediti verso la realizzazione di questa grande opera necessaria per la crescita della Sicilia e del Mezzogiorno” dice il presidente nazionale della Federazione autonoma piccole imprese (Fapi), Gino Sciotto. “La mobilità di persone e merci – aggiunge Sciotto – rappresenta una concreta possibilità di sviluppo sia per le imprese che per il turismo. Per questo rivolgiamo un accorato appello alle forze politiche ed al Governo affinché si proceda al più presto con la realizzazione del ponte. Troppi ritardi sono stati accumulati nella realizzazione di questa importate infrastruttura, anche per la miopia delle forze politiche che si sono succedute alla guida del Paese di non saper riconoscere la felice intuizione dell’allora premier Silvio Berlusconi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alla Funzione Pubblica Bernadette Grasso “Può sembrare inverosimile ma, proprio oggi, per la Sicilia parlare di Ponte sullo Stretto è una necessità vitale. Ci sono tutte le condizioni. E siamo contenti di leggere che quella stessa sinistra antimoderna che, nel 2007, strappò a tutti noi questa grande opera, adesso lo riscopra. Da Renzi a Franceschini, come se niente fosse tutti parlano del Ponte e si schierano a favore del progetto. Ma noi siciliani non lo scopriamo certo oggi” sottolinea.
“Il Ponte sarebbe un’opera di assoluta valenza, un’infrastruttura grande e ambiziosa, un gioiello ingegneristico, un simbolo di un’Italia finalmente capace di guardare avanti, a testa alta davanti al mondo intero. Per questo – spiega l’assessore Grasso – Forza Italia e il presidente Silvio Berlusconi sin dal ‘94 combattono questa battaglia. Non solo perché convinti della valenza territoriale dell’opera, ma anche per il grandioso impatto economico ed occupazionale che la costruzione del Ponte avrebbe per tutta Italia. Peraltro il progetto definitivo, approvato e all’avanguardia, è già pronto. Ciò al contrario di quanto dicono le fake news dei ‘No Ponte’, lo stesso fronte che vuole condannare la Sicilia all’arretratezza economica solo perché non esiste un collegamento stabile su uno Stretto di appena 3 km”.
“Oggi, nel pieno della grave crisi internazionale del Covid19 – si domanda l’esponente azzurra – cosa c’è di più saggio che indirizzare gli investimenti pubblici – anche considerando la pioggia di miliardi che attendiamo dall’Europa – verso quella che sarebbe la più grande infrastruttura della storia del nostro Paese?”
“Il Ponte cambierebbe gli spostamenti e la logistica d’Italia – prosegue Grasso – ed è facile intuirlo se si pensa che dallo Stretto transitano oltre 11 milioni di passeggeri l’anno e un flusso enorme di merci. Una ricchezza che potrebbe trovare in Sicilia, grazie al Ponte, la sua naturale base infrastrutturale. L’Alta velocità ferroviaria, da poco arrivata fino a Reggio, senza Ponte non potrà mai raggiungere la Sicilia. Con il Ponte, invece, si ripristina la continuità territoriale del Paese e si liberano i siciliani dalla schiavitù degli aerei dai prezzi impossibili. La Sicilia sarebbe più facilmente accessibile, e così anche le nostre risorse agricole, le nostre bellezze storiche e naturalistiche. Lo stesso Ponte diverrebbe di per sé una grande attrazione turistica, come la Tour Eiffel o il Golden Gate”.
“Apriamo i nostri orizzonti. Proprio oggi che tutto sembra in declino, non è eretico dire che si sono venute a creare le condizioni socio-economiche che pongono il Ponte al centro dell’Agenda politica del Paese”, conclude Bernardette Grasso.
Non è dello stesso avviso il vice ministro per le Infrastrutture Giancarlo Cancelleri: “Oggi, tornare a parlare di ponte sullo Stretto di Messina, con decine di milioni di euro già stanziati per opere infrastrutturali immediatamente cantierabili, ma impantanati nei meandri della burocrazia, rischia di diventare l’ennesima burla per il meridione e per l’Italia intera”.
“In questo momento – continua Cancelleri – preferisco concentrarmi sulle cose che possono dare immediate risposte al Paese. Non voglio farmi distrarre da discorsi che, se pur affascinati, soprattutto in questo momento storico, rischiano di sembrare utopistici o, nella peggiore delle ipotesi, delle prese in giro”. “Il Mezzogiorno ha il primato per le infrastrutture più obsolete – prosegue il viceministro – pensiamo subito a mettere in sicurezza i ponti, le gallerie, le strade esistenti e a realizzare le opere già finanziate ma bloccate dalla farraginosa burocrazia. Stiamo parlando di oltre 100 miliardi di euro da poter spendere immediatamente. Sblocchiamo questi soldi, rimettiamo in moto l’Italia e poi, prometto, inizierò a discutere anch’io del ponte sullo Stretto”.
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