“In Sicilia, malgrado gli sforzi compiuti, qualcosa non ha funzionato a dovere nella gestione della crisi pandemica”: lo ha affermato il segretario generale della Uil Pensionati Sicilia, Antonino Toscano, in occasione dei lavori del consiglio della struttura territoriale area nebrodi tenutisi a Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina. Durante la riunione, indetta dal segretario responsabile Nunzio Musca, è stata analizzata la situazione sanitaria e sociale siciliana, con particolare attenzione al rischio di un ritorno in zona gialla nel caso di incremento dei contagi e alla necessità di rilanciare la medicina territoriale: un tema che Uilp Uil, Fnp Cisl e Spi Cgil affrontano ormai da tempo in Sicilia, non soltanto in relazione all’emergenza Covid 19.
Più medicina di “prossimità”
Antonino Toscano è tornato sull’argomento sottolineando il ruolo focale della cosiddetta medicina di prossimità e dei medici di famiglia, “senza i quali – ha detto – sarebbe impensabile uscire definitivamente dalla crisi sanitaria ancora in atto”. “Occorre arginare il ricorso incontrollato all’ospedalizzazione – ha puntualizzato il segretario generale – favorendo invece l’assistenza domiciliare socio -sanitaria, adeguata alle esigenze e alle condizioni di salute in cui versano anziani e soggetti fragili nell’isola”. In merito alla situazione nel territorio regionale, la Uil Pensionati Sicilia punta l’indice contro la mancata interlocuzione tra gli assessorati alla Salute e alle Politiche sociali della Regione Siciliana, per i quali ha auspicato un’unificazione finalizzata a creare le condizioni necessarie a realizzare una riforma della sanità.
Necessaria una riforma della sanità
“Riforma – ha precisato Antonino Toscano – che deve includere anche i distretti socio- sanitari, centri di spesa delle risorse che afferiscono alle politiche sociali”. Il segretario ha concluso il proprio intervento specificando che, in assenza di concrete risposte istituzionali, il sindacato sarà costretto “a mettere in atto forme di protesta e iniziative di sensibilizzazione della collettività sulle istanze illustrate, non più procrastinabili”. Parole condivise dal segretario generale della Uil di Messina Ivan Tripodi, presente all’incontro. “L’emergenza pandemica – ha spiegato durante i lavori – ha pesantemente aggravato la crisi sociale ed economica del territorio nebroideo e dell’intera provincia”. “In questo quadro – ha aggiunto il segretario generale della Uil messinese – è indispensabile rilanciare il tema della sanità e del diritto alla salute per tutti i cittadini, con particolare attenzione per le categorie fragili, a partire dagli anziani e dai pensionati”.
Chiuso un centro di eccellenza
Secondo l’esponente sindacale, una vicenda emblematica degli attuali disagi sarebbe rappresentata dal Centro Nemo di Messina, struttura di eccellenza che si occupa di pazienti affetti da gravi patologie neuromuscolari quali sla, sma e distrofie. “Nei giorni scorsi – spiega – per cinica volontà di ben determinati soggetti istituzionali, il Centro Nemo, che era allocato presso il Policlinico di Messina, è stato chiuso con gravissime conseguenze sanitarie e sociali per i circa cinquemila pazienti e per i cinquantacinque lavoratori altamente professionalizzati che rischiano di perdere il posto di lavoro”. “Sia sulla vertenza del Centro Nemo che più in generale sul tema della sanità – ha concluso – la Uil è alla testa di un grande movimento per la difesa dei diritti basilari dei cittadini che stanno subendo il totale lassismo e l’inaccettabile insipienza del governo guidato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci”.
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