I giudici della Corte d’assise di Messina hanno condannato all’ergastolo Pietro Miduri, 72 anni, per l’omicidio della clochard Concetta Gioè, 68 anni, originaria di Palermo, colpita il 10 settembre 2021 con dodici coltellate mentre dormiva sulla scalinata laterale della chiesa di Santa Caterina Valverde, a Messina.
I carabinieri arrestarono l’uomo dopo aver visionato i filmati delle videocamere di sorveglianza dei vari locali della zona e aver ascoltato testimonianze degli operatori di turno alla “Casa di Vincenzo”, la struttura che accoglie i senzatetto, dove aveva dormito quella notte l’uomo.
L’omicidio dopo una violenta lite
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, tra l’arrestato e la vittima ci sarebbe stata una violenta lite: l’uomo avrebbe colpito la donna con un coltello 12 volte e uno dei fendenti le avrebbe reciso la giugulare causandone la morte.
La clochard, che ha un marito e tre figli, era originaria di Palermo, da dove era andata via scegliendo di vivere in strada. Dopo l’autopsia, il corpo della donna verrà restituito ai familiari.
Tante le tragedie
In Sicilia, come anche nel resto d’Italia, ci sono stati diversi casi di clochard morti per cause naturali, dovute alla loro vita sregolata e quindi anche a rischio sul piano della salute, o vittime anche dell’odio insensato di qualche individuo.
Solo per citare l’ultimo episodio un clochard di 38 anni di origini polacche è morto nell’aprile 2021 sotto i portici di piazzale Ungheria a Palermo. L’uomo aveva deciso di trascorrere la vita nel capoluogo siciliano accompagnato da suoi due inseparabili due cani. Più volte il Comune di Palermo aveva tentato di convincerlo ad entrare in una struttura per i senza dimora ma il polacco si era sempre rifiutato. Sono intervenuti gli agenti di polizia e i sanitari del 118.
Ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Nel 2018 sempre nel piazzale Ungheria fu ucciso Aid Abdellah, detto Aldo, clochard francese di 56 anni. Venne colpito a morte da una spranga ad un romeno di 17 anni, che aveva confessato il delitto, per rubare 25 euro. Per questo delitto è stato condannato a 10 anni. O ancora nel 2017 sempre a Palermo fu ucciso Marcello Cimino, bruciato vivo, a marzo del 2017, mentre dormiva su un giaciglio di fortuna davanti al ricovero di una missione vicina al cimitero dei Cappuccini. Per quell’episodio la corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna all’ergastolo del benzinaio Giuseppe Pecoraro. L’uomo confessò subito, raccontando agli inquirenti di aver ucciso Cimino perchè insidiava la sua compagna. Il delitto è maturato comunque in un contesto di forte degrado sociale.
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