Le vacanze danno alla testa ai due Mattei. Lo scorso agosto al mixer della discoteca all’aperto del Papeete beach a Milano Marittima, Salvini (Matteo) ha licenziato il premier Giuseppe Conte e mandato a casa il primo governo a maggioranza Lega-CinqueStelle. La crisi più pazza della storia repubblicana moderna, è stata definita.
Ma di follia ce n’è anche nella “crisetta” di questi giorni come l’ha chiamata, invece, Ettore Rosato, il presidente di Italia Viva, rispondendo ai microfoni del talk pomeridiano de La7, Tagadà, a proposito del muro opposto dal partito di Renzi (Matteo) al tema della prescrizione, inserito nella legge Bonafede, in vigore dall’1 gennaio scorso. Rosato, ve lo ricordate? E’ l’estensore della legge elettorale attualmente vigente che ha provocato l’effetto Tafazzi a s-favore della stessa maggioranza che l’aveva ideata, quando premier era proprio Matteo Renzi e votata quando a Palazzo Chigi sedeva il successore Paolo Gentiloni. Complimentoni a Rosato.
Vacanze e Mattei, dicevamo: la “crisetta” di cui parla Rosato è stata accesa da Italia Viva del senatore fiorentino, proprio alla vigilia di una bella villeggiatura che l’ex premier si concederà da oggi sui monti innevati del Pakistan. Si dedicherà alla pratica dell’heliski o eliscì. Per chi non lo sapesse, si tratta di una specialità dello sci che – si legge su wikipedia – si serve “di un elicottero come mezzo di risalita. Dispendioso ed altamente impattante sull’ambiente, l’eliscì provoca danni alla fauna selvatica, favorendo la formazione di valanghe”. Un dettaglio che se la situazione politica italiana non fosse “grave ma non seria” come diceva Ennio Flaiano, farebbe ridere fino alla lacrime. Cosa raccontano i due episodi? Che i due Mattei sono due personaggi politici talmente presi da se stessi, dalla mania psichiatrica di essere al centro dell’attenzione, da aver perso del tutto la concentrazione sull’interesse collettivo della nazione.
La questione è di metodo non di merito. Perché i due Mattei hanno pure avuto le loro ragioni nel mettere in atto le loro azioni: Salvini, dal canto suo, condiviso da un 30% abbondante di elettorato che lo sostiene, ha ritenuto di non trovare più punti di contatto con i suoi alleati scaricandoli; Renzi d’altronde sul tema della prescrizione è stato coerente con quanto aveva votato in Parlamento bocciando la legge Bonafede. Non il merito dunque, ma le modalità con cui si pensa di poter mandare a casa un governo, un governicchio va, sia nel primo che nel secondo caso, che però offre una prospettiva di stabilità che tutti gli osservatori, specie quelli economici, considerano obbligatoria in questo frangente.
E di fronte a questa opposizione “interna” dei due Mattei, il premier Conte rischia di fare la figura dello statista. Epico il commento rivolto a Renzi quando il premier in carica (chissà per quanto?) ha parlato di “opposizione maleducata”. Che è l’equivalente di un rimprovero al figlio monello.
Come finirà? La crisetta pare sia rinviata al prossimo autunno, vera prima finestra utile per il voto, visto che di mezzo c’è il referendum per la conferma della legge sul taglio dei parlamentari che è la legge che i 5Stelle hanno ottenuto in cambio del turn over nella maggioranza, da giallo-verde a giallo-rossa. Certo è che ci aspettano mesi di fibrillazione tranne che Conte metta a segno, effettivamente, quello che trapela in queste ore: ovvero l’aggancio di almeno sei senatori “responsabili” fra le fila di Italia Viva o di Forza Italia (anche se i parlamentari azzurri hanno tutti smentito o mentito) rendendo così inefficaci le minacce di Renzi e rendendosi autosufficiente dall’appoggio di Italia Viva. La domanda è, in questo caso: ce la farà Italia Viva a vivere o a sopravvivere?
P.S. Mentre l’orizzonte politico italiano è così provinciale, nella settimana che si è appena conclusa val la pena di segnalare due eventi eccezionali.
Il primo è stato abbondantemente riportato dalle cronache: la neo vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elly Schlein, ha dichiarato di aver amato uomini e anche donne e di essere, al momento, felicemente innamorata di una ragazza. Non c’è niente da commentare se non la meravigliosa normalità con cui ha raccontato della sua vita scardinando ogni possibile attacco. Perché per un politico, la trasparenza dovrebbe essere tutto. Grazie Elly per l’insegnamento.
L’altro episodio riguarda, invece, Papa Francesco. Il Pontefice ha incontrato a Casa Santa Marta l’ex presidente brasiliano, Inacio Lula da Silva. Un’ora di colloquio con il politico che è stato riabilitato dalle accuse che gli erano state rivolte e che si è scoperto essere state pilotate dall’attuale presidente Jair Bolsonaro. Il lungo colloquio con Lula ha fatto infuriare oltre che Bolsonaro anche il presidente americano Donald Trump. Un gesto quello di Papa Bergoglio certamente non neutrale che mostra come un leader di Stato non debba avere paura a schierarsi. Grazie Papa Francesco per l’insegnamento.
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