Fare un riposino pomeridiano, anche di soli 30 minuti, consente di recuperare i guasti di una notte trascorsa insonne o in cui si è dormito per poche ore. La siesta potrebbe dunque essere un ottimo rimedio per chi, anche solo saltuariamente, dorme poco la notte.

È quanto suggerito da una ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (JCEM) e condotta da Brice Farautdella Université Paris Descartes-Sorbonne di Parigi.

La carenza cronica di sonno è una condizione ormai così invalsa nella società moderna, da essere considerata un problema di salute pubblica e riguarda, in vario modo, sia adulti sia piccini. Siamo sempre più stretti tra mille impegni professionali e non, nonché distratti da tablet, smartphone e lettori di e-book (solo di recente entrati nel novero dei dispositivi elettronici che possono disturbare il sonno se usati prima di andare a letto), e si dorme sempre meno di quanto necessario.

La carenza di sonno, specie se cronica, fa male alla salute con vari effetti a breve e a lungo termine: rallenta i riflessi e riduce performance cognitive, memoria e produttività dell’individuo, aumenta il rischio di incidenti stradali e di errori sul lavoro. Studi dimostrano che incide sul rischio di sviluppare malattie quali diabete e obesità e che, addirittura, ha effetti permanenti sul cervello. Una ricerca pubblicata sulla rivista Biological Psychiatry mostra che l’insonnia riduce il volume e la densità della materia grigia (i neuroni) in alcune zone della corteccia cerebrale. Infine una ricerca su Psychosomatic
Medicine svela che chi soffre di insonnia presenta una carenza di alcune cellule immunitarie ed è più vulnerabile a infezioni comuni come il raffreddore.

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