• A Piazzapulita un’inchiesta che parla di un mercato parallelo di vaccini in Italia.
  • Un mediatore racconta il ‘grosso affare’ con i farmaci di Pfizer e AstraZeneca.
  • La nota della CGIL Veneto.

Ieri, durante la trasmissione Piazzapulita, condotta da Corrado Formigli su La7, è stato trasmesso un servizio che documenterebbe l’esistenza di un mercato parallelo dei vaccini.

In sintesi, come raccontato dall’inchiesta di Alessio Lasta, ci sarebbe un mercato parallelo in deroga ai contratti tra la Commissione Europea e i Paesi Membri che vietano ai Paesi di acquistare direttamente e alle case produttrici di vendere le dosi ai privati se non dopo avere esaurito la fornitura promessa all’UE.

Come si legge sul sito di La7, infatti, «da qualche settimana, i paesi dell’Unione Europea sono nel caos: le dosi di vaccino promesse dalle case farmaceutiche non stanno arrivando con regolarità. In questo contesto a Milano spunta un mediatore, che propone a un intermediario un grosso affare: 2 milioni e mezzo di dosi di vaccino Pfizer per un prezzo complessivo di circa 187 milioni di euro. La procedura è semplice: ‘Io entro da Pfizer, carico il mio autotreno congelato a meno settanta e me li porto via’, spiega il mediatore, a capo di due società che fanno affari con le case farmaceutiche.
Parla anche di Astrazeneca: ‘Produce i vaccini, poi ha i suoi distributori concessionari ufficiali, che fanno un mercato parallelo perché vendono a noi’. Astrazeneca risponde: ‘Abbiamo fatto accordi con i governi, non stiamo vendendo privatamente a nessuno’. E allora come fa il mediatore a garantire con certezza ingenti carichi di dosi di vaccino?».

Alla luce di quanto emerso nella trasmissione «riteniamo sia prudente, se non doveroso, interrompere qualunque tipo di trattativa portata avanti in autonomia da singole Regioni e informare immediatamente il ministero della Salute e le autorita’ competenti». Così il  segretario regionale Cgil Veneto, Christian Ferrari, secondo cui il fatto che eventuali contratti sarebbero sottoscritti «non con le imprese produttrici ma con aziende estere e mediatori, creerebbe enormi problemi di affidabilità, tracciabilità e sicurezza», determinerebbe il rischio di «subire vere e proprie truffe, considerando che le aziende Pfizer e AstraZeneca negano di aver immesso dosi sul mercato fuori da quelle prenotate dall’Unione europea», e scatenerebbe «un rialzo incontrollato dei prezzi», con «inaccettabili sperequazioni nel diritto alla salute tra i diversi territori».

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