Altro che sanzioni alla Russia imposte dall’Unione europea come risposta alla guerra in Ucraina. Secondo quanto riportato dall’AGI, l’Europa, nella giornata di oggi, ha pagato un miliardo di euro, 660 milioni per il gas, 350 milioni per il petrolio, finito nel forziere di Putin.

Record storico

“Si tratta di un record storico, che viene battuto di giorno in giorno” spiega Simone Tagliapietra, ricercatore di Bruegel e docente della Cattolica di Milano all’AGI. Per capire quanto stanno lievitando i costi, bisogna fare il raffronto con inizio anno: ad esempio il 1 gennaio, per il gas l’Europa ha pagato alla Russia 190 milioni ma “con gli incrementi di questi giorni, che arrivano fino al 60%, questa cifra è destinata a salire ancora”.

In merito al petrolio russo è pagato con uno sconto del 20% “perché i trader hanno timore delle sanzioni” prosegue il ricercatore di Bruegel e docente della Cattolica di Milano.

Stato di pre allarme

Frattanto, il Governo, attraverso il ministero per la Transizione ecologica, ha proclamato lo stato di pre allarme sulle forniture di gas all’Italia. Una decisione strettamente connessa alla guerra in corso in Ucraina e con il caro bollette, che da mesi sta stangando famiglie ed aziende, tra cui in Sicilia, la situazione rischia di precipitare anche se il Mite, in una nota, rassicura che c’è  al momento una copertura adeguata a coprire la domanda interna“.

Lo scenario descritto dal Mite

Il Mite offre un quadro piuttosto fosco, alla luce “dell’attuale stato di guerra presente tra la Federazione Russa e l’Ucraina” che si riverbera sull’approvvigionamento energetico, tenuto conto che “tale situazione insiste sul territorio attraverso cui passa gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano”. Peraltro, secondo il ministero per la Transizione ecologica, “il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato”