Può sembrare paradossale ma si può morire di sete circondati dall’acqua. Perché l’acqua del mare, lungi dal placare la nostra sete, conduce alla disidratazione. Lo spiega Futura-Sciences.com.

Come l’acqua dolce, l’acqua di mare contiene molti sali disciolti e minerali essenziali per il nostro organismo, tra cui sodio, cloro, calcio o magnesio. Tuttavia, l’acqua di mare è 1.000 volte più concentrata di sale (cloruro di sodio) rispetto all’acqua dolce: contiene in media da 30 a 40 grammi di sale per litro.

Questa concentrazione è decisamente troppo alta per il nostro organismo: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia, infatti, di non superare i 5-6 grammi di sale al giorno.

Insomma, bevendeo 1,5 litri di acqua di mare, la dose è 10 volte superiore a quella giornaliera. Inoltre, quando il corpo si trova di fronte a un eccesso di sale, cercherà di dissolverlo rilasciando l’acqua dalle cellule.

Questo fenomeno chiamato osmosi mira a ripristinare un equilibrio tra la concentrazione di sale all’interno e all’esterno delle cellule. Una volta che l’acqua lascia la cellula, viene escreta nelle urine. Risultato: le cellule si disidratano e abbiamo ancora più sete!

In sintesi, se l’acqua che beviamo ha più sale dell’acqua del nostro corpo, rimuovere il sale in eccesso richiede più acqua di quella fornita dalla bevanda. Il bilancio idrico è, quindi, negativo.

E l’urina?

Lo sfortunato naufrago potrebbe essere tentato di bere la sua urina ma è una pessima idea. L’urina, infatti, è anche salata (circa 2 grammi per litro), e contiene principalmente scorie azotate, che i reni dovranno eliminare, il che porta ad un sovraccarico di lavoro e può essere pericoloso a lungo termine. L’acqua dolce è, quindi, essenziale per una buona idratazione.