• Al via in Italia dal 20 settembre scorso la terza dose del vaccino anti Covid-19.
  • Il sottosegretario Pierpaolo Sileri è intervenuto sul tema a Radio Cusano Campus.
  • Per Sileri è “verosimile che ci sarà un richiamo“.

Da lunedì scorso, 20 settembre, in Italia è partita la somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid-19 ai soggetti immunocompromessi.

Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, a Radio Cusano Campus, ha affermato che, sulla terza dose, «si è partiti con coloro per i quali la scienza ha già dimostrato che l’immunità con due dosi di vaccino è appena sufficiente a proteggerli per un periodo di tempo limitato e quindi serve il richiamo. Parliamo di trapiantati, coloro in attesa di trapianto, coloro che hanno neoplasie, dializzati, quindi categorie ben definite. I prossimi saranno coloro per i quali la scienza dimostra che l’immunocompetenza non consente una protezione a lungo termine, ad esempio i più anziani. Poi sarà la volta del personale sanitario. Per quanto riguarda il resto della popolazione ce lo dirà la scienza, ma è probabile che l’immunità nel tempo tenda a ridursi” e “la scienza ci darà categoria per categoria i tempi per le altre fasce di popolazione”.

“Quale sarà il campanello d’allarme? Ce lo dirà il monitoraggio che viene fatto continuamente in tutti i Paesi, laddove dovessero verificarsi infezioni in gruppi di persone vaccinate agli inizi, magari per fascia d’età, per tipo di patologia, quelli saranno coloro che indicheranno a tutti gli altri la necessità di un richiamo vaccinale. Che questo avvenga a 9-10-12 mesi dalla seconda dose ce lo dirà la scienza, ma è verosimile che ci sarà un richiamo. Questo non significa terza dose a tutti dal mese di ottobre, si è partiti con una categoria e poi si monitora tutto il resto”.

Sul vaccino per gli under 12. “Quando gli enti regolatori approveranno il vaccino, vuol dire che avremo un vaccino sicuro e utile per quella fascia d’età e a quel punto io lo consiglierei. Al momento però questa approvazione non c’è quindi è una discussione che dobbiamo lasciare alla scienza”.

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