• Preoccupa la variante B.1.1.529.
  • È apparsa per la prima volta in Botswana, Sud Africa e Hong Kong.
  • Studi sono in corso per capire la risposta dei vaccini.

La variante B.1.1.529, che sta preoccupando l’Occidente, è stata trovata in Botswana, Sud Africa e Hong Kong.

Quando è apparsa per la prima volta?

Gli scienziati britannici sono venuti a conoscenza del nuovo ceppo il 23 novembre scorso, dopo che i campioni sono stati caricati su un sito web di monitoraggio delle varianti di coronavirus dal Sudafrica, da Hong Kong e dal Botswana. Finora sono stati caricati sul sito un totale di 59 campioni. Tre campioni provengono da Hong Kong, tre dal Botswana e il resto dal Sudafrica.

Descrivendo la situazione in Sudafrica, uno scienziato, come riportato su RTE.ie, ha affermato: “Se guardiamo ai risultati di una settimana fa, meno dell’1% è risultato positivo in molte aree. La soglia, però, è aumentata in modo drammatico in alcune parti fino al 6% negli ultimi giorni”.

In cosa si differenzia dalle altre varianti?

La variante ha già 30 diverse mutazioni. In confronto, è il doppio della variante Delta, quella attualmente predominante in Europa. Le mutazioni contengono caratteristiche viste in tutte le altre varianti ma anche tratti che non sono stati visti prima.

I vaccini proteggono?

È troppo presto per dirlo. Le mutazioni potrebbero potenzialmente rendere la variante più trasmissibile ed eludere la protezione data da una precedente infezione o vaccinazione. Uno scienziato senior ha affermato: “Una delle nostre principali preoccupazioni è che la proteina della variante sia drammaticamente diversa da quella che era nel ceppo originale di Wuhan”, preoccupando, quindi, circa l’efficacia degli attuali vaccini.

È stata classificata come una “variante di interesse”?

Non ancora. Gli scienziati affermano di non avere prove sufficienti sui suoi livelli di trasmissibilità, tuttavia, alcuni hanno già manifestato la propria preoccupazione.

L’OMS ha affermato che valuterà se B.1.1.529 sia una “variante di interesse” e che finora sono state segnalate quasi 100 sequenze della variante. Le prime analisi hanno mostrato che la variante contiene un “grande numero di mutazioni” che richiedono ulteriori studi.

Ravi Gupta, professore di microbiologia clinica presso l’Università di Cambridge, ha dichiarato: “B.1.1.529 ha firme di mutazione cumulativa che indicano che è emersa in un’infezione cronica. B.1.1.529 sembra certamente fonte di notevole preoccupazione in base alle mutazioni presenti”.

Dobbiamo preoccuparci?

Gli scienziati sono ansiosi di approfondire la variante. Possono essere necessari dai sette ai dieci giorni almeno per far crescere un virus sufficiente che possa essere condiviso con altri scienziati in modo che si possa studiare. Si attendono anche dati dal Sudafrica e sono necessarie dalle quattro alla sei settimane.

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