Offuscamento della visione centrale, visione deformata, difficoltà nella percezione dei colori e, in alcuni casi, riduzione della visione notturna: sono questi i principali sintomi dell’edema maculare diabetico, una delle principali cause di cecità nella popolazione adulta in età lavorativa (tra i 20 e i 64 anni). In Sicilia le persone con diabete sono oltre 300.000 e circa il 6% arriva a sviluppare un edema maculare diabetico.
Cosa è l’EMD?
“L’edema maculare diabetico (EMD) è una grave conseguenza della retinopatia diabetica, una delle principali cause di cecità nei soggetti adulti in età lavorativa e che interessa globalmente almeno il 30% della popolazione diabetica – spiega Vincenza Maria Elena Bonfiglio, professore associato Università di Palermo, Unità Oculistica del Policlinico Paolo Giaccone -. L’edema maculare diabetico è una patologia cronica di forte impatto individuale e sociale che può comportare difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane come guidare, leggere, svolgere mansioni domestiche e che può compromettere la capacità lavorativa dell’individuo. Il fatto che si manifesti lentamente fa sì che la diminuzione progressiva della vista a volte venga meno percepita. In questa situazione, è importante la tempestività nell’intercettare questa malattia nelle fasi iniziali”.
Importante la diagnosi precoce
La buona notizia è che la diagnosi precoce e l’accesso tempestivo a terapie efficaci possono fare molto. “Ogni paziente diabetico dovrebbe fare almeno una visita oculistica all’anno per verificare l’eventuale presenza di retinopatia diabetica odi edema maculare diabetico, anche in assenza di una sintomatologia specifica, in modo da poter identificare precocemente la comparsa di lesioni retiniche prima dello sviluppo di ulteriori complicanze e della perdita della vista e di conseguenza intervenire tempestivamente”, aggiunge Bonfiglio.
Le terapie
Oggi esistono terapie farmacologiche che consentono di tenere sotto controllo l’edema e di favorire un miglioramento della funzione visiva compromessa dalla malattia.
“Oggi sono disponibili trattamenti con terapie continuative che prevedono una periodicità definita cioè iniezioni intravitreali ripetute nel tempo (vale a dire con un farmaco iniettato direttamente all’interno dell’occhio) che consentono di prevenire la perdita della vista e talvolta anche in parte di recuperarla. Tuttavia, l’elevata frequenza delle iniezioni rappresenta un peso sia per la struttura ospedaliera che per il paziente. Tra i farmaci intravitreali oggi disponibili vi sono iniezioni intravitreali con desametasone che, iniettato nella cavità vitreale con un impianto a lento rilascio, consente di prolungare l’effetto terapeutico anche per diversi mesi, riducendo il numero di iniezioni, il numero degli accessi in ospedale e dei controlli, e migliorando sia l’aderenza terapeutica sia la qualità di vita dei pazienti. Va specificato infine che questi pazienti dovrebbero sempre essere gestiti da Centri esperti di questa patologia, come il Policlinico Paolo Giaccone di Palermo, che si avvale delle più moderne tecniche e apparecchiature per la diagnosi, la cura e il follow-up delle patologie oculari anche complesse”, conclude Bonfiglio.
Diabete, in Sicilia mortalità doppia
In Sicilia la mortalità per diabete è doppia rispetto al resto di Italia. Come ha sottolineato pochi giorni fa Vincenzo Provenzano che è il primario di Diabetologia all’ospedale Civico di Partinico, «la Sicilia è maglia nera con una mortalità doppia rispetto al resto di Italia, tripla rispetto al Trentino e al Friuli, e nelle conseguenze gravi come l’amputazione del piede. È encomiabile l’impegno dell’assessorato alla Salute della Regione siciliana e dell’ASP di Palermo a favore delle persone con diabete ed in particolare dei bambini e delle donne in gravidanza. Perché non esiste un unico malato di diabete ma ogni età e ogni genere ha delle peculiarità che non possono essere ignorate per garantire a ciascun malato una vita migliore. Bisogna puntare sugli obiettivi della cura – conclude Provenzano – e prevenire le complicanze invalidanti e ottenere buona qualità della vita».
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