“Per 18 mila famiglie che hanno perso i loro congiunti nel Mediterraneo il lutto è un lusso”. È quanto sostenuto dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, durante l’inaugurazione dell’installazione “Acqua Passata” in piazza del Parlamento a Palermo, in ricordo del naufragio in cui persero la vita 366 migranti, ad 800 metri dell’isola di Lampedusa.

L’evento, organizzato dalla Fondazione Federico II, è stato ideato dal suo direttore Patrizia Monterosso, in collaborazione con l’artista palermitano Cesare Inzerillo, autore del monumentale Calcio Balilla, proveniente dal museo della Follia, situato proprio di fronte ad un barcone della speranza, immaginato come un carro, su cui sono stati allocati ritratti fotografici di migranti sopravvissuti.

Alle 19,30 in punto, al termine di un countdown, al calare del buio, l’installazione si è illuminata ed è partito un viaggio sonoro con musiche composte dal sound designer Daniele Gaimbertone con dialoghi fra Whitman e Gramsci sulla democrazia e l’indifferenza e immagini proiettate sul muro millenario di palazzo dei Normanni. L’installazione rimarrà esposta fino al 30 ottobre con il viaggio sonoro che partirà a determinati intervalli di tempo.

“Non per tutti – ha continuato Miccichè – è acqua passata, ci sono le madri dei morti nel Mediterraneo che ogni notte sperano che i loro figli si siano in qualche modo salvati e attendono una telefonata che non arriverà mai. È un pensiero troppo doloroso. Questo evento è nel contempo bello e struggente, ma questa sera la speranza è che l’arte sconfigga l’indifferenza. Mi auguro che molte persone si fermino qui davanti e riflettano”.

“E’ un’acqua passata con il punto interrogativo – ha spiegato Patrizia Monterosso – le morti silenziose sono sempre dietro l’angolo. La fissità del concettualismo, delle categorie conformistiche, rappresentata da questo gioco perverso che ha fagocitato e metabolizzato ogni energia vitale, si contrappone alla concretezza dell’esistenza e della sofferenza”.

In piazza del Parlamento, ieri, c’erano molti palermitani e turisti, rifugiati che hanno trovato a Palermo una speranza di vita migliore, l’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi, il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello. “E’ stato il battage mediatico – ha detto Martello – a cambiare la percezione mediatica del fenomeno migratorio, pensando che si possano scavalcare i passaggi geografici fra Africa, Lampedusa e Italia”.

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