Più vigilanti armati e telecamere a presidio del policlinico di Palermo dopo l’aggressione al medico Salvatore Petta. Lo chiede a gran voce il rettore dell’università di Palermo Massimo Midiri in una lettera indirizzata al commissario del policlinico “Paolo Giaccone”  Alessandro Caltagirone. Il numero uno dell’ateneo palermitano sollecita una maggior garanzia della sicurezza nell’area universitaria dal momento che oltretutto questo non è il primo episodio di violenza che si verifica.

Richiamata l’attenzione della direzione aziendale

“Lo scorso 10 luglio – commenta con amarezza il rettore dell’università di Palermo, Massimo Midiri – il docente del nostro ateneo Salvatore Petta è stato vittima di cieca e inaudita violenza entro le mura dell’azienda ospedaliera universitaria del Policlinico ‘Paolo Giaccone’ durante l’esercizio della professione medica. Ferma restando la competenza delle autorità inquirenti in merito alla ricostruzione dei fatti e all’accertamento di ogni responsabilità, in qualità di Rettore e, non ultimo, di collega del professor Petta – dichiara il rettore degli studi di Palermo, Massimo Midiri –  ho sentito l’obbligo di richiamare l’attenzione della direzione aziendale, con una nota indirizzata al commissario straordinario del Policlinico Alessandro Caltagirone, rispetto al dovere di rispondere, con prontezza e responsabilità, al crescente bisogno di sicurezza sui luoghi di lavoro, manifestato da lungo tempo e a gran voce da tutto il personale che opera nei diversi ruoli all’interno del nostro Policlinico”.

Più vigilanti armati

“Questo ennesimo e, spero, ultimo episodio di violenza – aggiunge Midiri – denuncia l’assoluta improcrastinabilità delle misure di prevenzione e sostegno, fra cui l’intensificazione del servizio di vigilanza armata, specie a presidio degli edifici sede di attività che si protraggono in orario serale e notturno, e la videosorveglianza di accessi, viali e spazi esterni agli edifici. Certo di trovare un interlocutore attento e responsabile verso le sollecitazioni espresse resto in attesa di un pronto ed efficace riscontro”.

Lo sgomento

Midiri sostiene che come medico e collega prova profondo sgomento e costernazione davanti a fatti che feriscono non solo la persona della vittima e i suoi cari, ma anche la comunità universitaria e la società civile tutta. “Pertanto – conclude il rettore – ferma la più intransigente stigmatizzazione di quanto accaduto e il granitico intendimento di intraprendere, come governance di ateneo, ogni azione consequenziale sono certo di esprimere il sentimento di tutta la comunità UniPa nel rivolgere un messaggio di solidarietà e affetto, oltre che un sincero augurio di pronta guarigione, al collega Salvatore Petta, cui personalmente mi legano profonda stima e amicizia”.

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