Palermo

Alberto Losacco è il nuovo commissario del Pd in Sicilia, salgono i toni della polemica, Rubino: “Solo un dirigente politico di corrente”

Alberto Losacco è il nuovo commissario del Pd in Sicilia. Dopo l’annullamento dell’elezione di Davide Faraone arriva la scelta dell’uomo che dovrà governare il partito e la polemica, invece di rallentare, accelera. Per i renziani si tratta di una chiara indicazione politica: Losacco è l’uomo che dovrà condurre per mano il Pd verso l’alleanza con i 5 stelle negata da tutti soprattutto in casa 5 stelle.

Ma se i pentastellati parlano per via ufficiale ed i renziani si esprimono in gruppo c’è un’anima del partito in Sicilia che spara a zero senza mediazione. A parlare non è davide faraone ma il suo vice segretario, quell’Antonio rubino ex acerrimo avversario e poi alleato che adesso non ci sta e lo dice chiaramente a BlogSicilia

Allora, Rubino, Alberto Losacco Commissario
“Non lo conosco bene. Lo incrociai quando si occupava di Feste de l’Unità e durante il congresso nazionale. Ma più che commissario lo definirei dirigente politico di corrente inviato in Sicilia a completare l’opera. Il voto a maggioranza in direzione ne è la dimostrazione”

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Quale opera?
L’epurazione dei non allineati all’area Zingaretti/Franceschini. Spero di sbagliarmi ma in questa nomina non ci vedo nulla di politico e non è la personalità che serviva al Pd siciliano.

Il Pd siciliano non ha pace ed ha vanificato la ripresa elettorale che si era registrata alle ultime europee. Come si esce da questa situazione
Guardi mi metterei ad urlare per questa storia che avrà strascichi molto pesanti e lunghi. Mentre un gruppo dirigente lavorava per ridare slancio al Pd siciliano il segretario nazionale ha scelto di assecondare la volontà di guerriglia di Cracolici, Lupo e Gucciardi determinando l’impossibilità che ci si possa trovare nella stessa stanza e lavorare uniti. Hanno rifiutato in modo sprezzante ogni possibilità di dialogo. Adesso si dovranno assumere le loro responsabilità

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Chi vi legge, spesso, non capisce. Ma quale è il vero oggetto del contendere
Mai come in questo momento siamo di fronte ad uno scontro generazionale. La vecchia guardia non accetta di non essere al centro del dibattito, di lasciare il passo ad una generazione che ha deciso di non dire “signorsì”. Ma è pensabile pensare che la rigenerazione del Pd possa ripartire da Crisafulli?

E’ solo una questione generazionale?
No. E’ un problema di visione politica. Da un lato c’è chi pensa ad un partito proiettato al futuro e dall’altro chi è legato ad un’idea novecentesca. Credono che la loro visione di partito e società sia il tutto mentre invece è solo una tenera nostalgia. Da un lato c’è chi ha spalancato le porte del Pd a personalità come Pietro Bartolo e dall’altro chi crede che la proposta politica inizi e finisca col ceto politico. Loro vogliono l’alleanza con i grillini e noi li consideriamo un pericolo per la democrazia.

Spesso il suo nome è stato associato all’idea di partito. Cosa farà Antonio Rubino adesso?
Dopo tanti anni mi sentirò libero di dire ciò che penso senza vincolo di ruolo. Farò quello che so fare meglio: costruire squadra e proporre un modello politico che provi ad aprire il Pd a quei pezzi di società che abbiamo incontrato in campagna elettorale.

Lei ha chiesto più volte le dimissioni di Lupo alla guida del Gruppo all’ARS. Perchè?
Lupo è divisivo ed è uno degli attori principali dello sfascio. Fino a quando sarà capogruppo all’ARS sarà impossibile persino incontrarsi. Occorre superarlo per unire prima il gruppo e poi il partito. Non è fatto numerico ma politico, se vuole bene al PD faccia un passo indietro.

I PartigianiDem continueranno la loro battaglia?
I PartigianiDem sono stati un’esperienza fantastica in un momento storico particolare. Oggi credo sia necessario unire tutti coloro che vogliono mettere in campo un percorso di rigenerazione del Pd e quindi della Sicilia.

La rigenerazione è una nuova rottamazione in senso anagrafico?
No, non mi ha mai appassionato il concetto di rottamazione. E’ una questione mentale. Ad esempio era molto più innovativo Andrea Camilleri che Di Maio con il suo doroteismo da prima repubblica.

Se dovesse consigliare un libro alla “vecchia guardia” quale sceglierebbe?
La Grammatica della fantasia di Rodari, perché ne sono totalmente privi e quindi molto prevedibili.

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