Questa mattina gli studenti e le studentesse dell‘Hotel Patria Autogestito hanno protestato presso gli uffici dell’Ersu, l’Ente regionale per il diritto allo Studio Universitario, in viale delle Scienze, per chiedere che venga risolto al più presto il contenzioso tra Ersu, Università e residenti.
Quella dell’Hotel Patria, edificio storico in via Alloro, è una storia che si trascina ormai da anni. Un iter burocratico molto lento ne impedisce l’apertura e la fruizione come residenza universitaria. Pare manchi un certificato: quello di idoneità antisismica.
Lo scorso novembre alcuni studenti, per accendere i riflettori sullo stato di abbandono della struttura e contemporaneamente sulla necessità di tanti universitari fuori sede di ricevere un alloggio, sono entrati all’interno dell’edificio presidiandolo permanentemente – dicono – fino al giorno dell’apertura ufficiale.
L’Ersu aveva promesso che entro un anno avrebbe avviato i lavori per il rilascio della certificazione antisismica. Nulla, però, sembra essersi mosso.
“Abitiamo all’Hotel Patria ormai da quasi un anno e non abbiamo mai visto alcun movimento. Che fine hanno fatto le promesse dell’Ersu sulla riapertura dell’Hotel Patria?” dichiarano gli studenti .
E ancora: “A ridosso della fantomatica riapertura, a tener vivo questo posto e a non lasciarlo in stato di abbandono siamo solo noi”.
Lo scorso 29 novembre, il Comitato Spontaneo di Mobilitazione Studentesca, accompagnato dal deputato Erasmo Palazzotto, si era recato presso la struttura Hotel Patria di Palermo, destinata a residenza universitaria e non ancora resa disponibile.
All’interno dello stabile, si era svolto l’ennesimo confronto con una delle istituzioni coinvolte, l’Università degli Studi di Palermo, proprietaria del 70% del condominio nel quale è situata la struttura.
Il rettore dell’Università di Palermo era stato rappresentato dal professore Giovanni Scala che aveva esposto quelle che sembrerebbero essere le criticità che hanno impedito l’apertura dello studentato. Da quanto è emerso, le problematiche consistono in una burocrazia infinita, in una scarsa comunicazione tra istituzioni e tra queste e i condomini, in verifiche dovute e non ancora realizzate.
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