Il mondo del trasporto urbano incrocia le braccia lunedì 8 aprile. A scendere in piazza non saranno soltanto i dipendenti di Amat ma anche quelli di Sicilbus, azienda privata che si occupa dei collegamenti fra Palermo ed alcuni comuni della provincia. Uno stop ai bus che durerà 24 ore, fatta eccezione per le cosiddette fasce di garanzie, ovvero orari in cui i mezzi circoleranno per garantire il servizio. Ad unire le due vertenze è l’assenza degli accordi di secondo livello, ovvero di quei diritti dei lavoratori relativi, tra le altre cose, al godimento dellle ferie e ai buoni pasto.
Parla un autista di Sicilbus
Da Misilmeri a Palermo e ritorno. Tutto in meno di un’ora, con più di una dozzina di fermate da fare. Questo è il calvario giornaliero che devono affrontare gli autisti della Sicilbus. A raccontare i disagi vissuti in tal senso è Paolo Caracausi, uno dei pochi autisti ad avere un contratto full-time. “Abbiamo chiesto più volte di avere dei buoni pasto, anche da sette euro. In Sicilia questa voce sembra non esistere. Gli accordi di secondo livello non ci sono. Abbiamo fatto diverse riunioni in Prefettura. E quella di lunedì non è di certo la prima azione di sciopero che facciamo. Ma non sembra essersi smosso nulla”.
La questione legata ai tempi di percorrenza
Lo stop dei bus extraurbani durerà per tutto il giorno, fatta eccezione per le fasce di garanzia comprese fra le 6 e le 9, nonchè dalle 13.30 alle 16.30. Uno sciopero che si rende necessario, racconta Caracausi, anche per la questione legata ai tempi di percorrenza. “E’ il nostro problema più grande. In quarantacinque minuti, dobbiamo percorrere il tragitto che va da Misilmeri al porto di Palermo, facendo chiaramente tutte le fermate. E’ un calvario. Abbiamo solo una strada a disposizione per raggiungere il porto visto che in via Roma vi è la Zona a Traffico Limitato”.
“Serve aiuto ai dipendenti part-time”
Un problema giornaliero con cui gli autisti di Sicilbus devono convivere. Una platea che conta circa 28 dipendenti nel periodo invernale, la quale poi va a ridursi in estate. Alcuni di questi sono part-time e, con l’attuale tempo di percorrenza previsto, fanno fatica a sbarcare il lunario. “I lavoratori part-time hanno contratti da 20 ore e non raggiungono gli 800 euro al mese. Servirebbe un aiuto per aumentare la loro busta paga, in modo da aggiustare il monte ore e il relativo godimento delle ferie. In tal senso, un aumento di 15 minuti nel nostro tempo di percorrenza potrebbe essere utile”.
Sit-in indetto da Amat a Palazzo Comitini
Come sopra detto, i lavoratori della Sicilbus si uniranno allo sciopero indetto dai sindacati di Amat. Mobilitazione che vedrà uno stop di ventiquattro ore alle attività aziendali. Gli autobus rientreranno nella rimessa di via Roccazzo a partire dalle 8.30 (garentendo così la fascia di garanzia), per poi uscirivi intorno alle 17.30. Non saranno invece attivi nè i servizi dell’officina, nè quelli degli operatori amministrativi. “Questo è il momento di far sentire la nostra voce e di dimostrare al sindaco quanto sia importante per noi ottenere giustizia e riconoscimento dopo tanti sacrifici”, scrivono le sigle sindacali, annunciando un sit-in a Palazzo Comitini. Luogo nel quale “attenderemo una convocazione del sindaco per discutere della nostra vertenza”.
I problemi in casa Amat
Una protesta che dovrebbe segnare la fine della prima fase della vertenza, con l’inizio di una nuova mobilitazione fondata non solo sugli accordi di secondo livello, bensì su tutti gli argomenti caldi della vertenza Amat, a cominciare dal bilancio 2022 e dai successivi documenti contabili. Sulla questione c’è stata una certa inerzia nel tavolo delle trattative con il Comune, soprattutto in merito alla famosa questione dei fondi per l’emergenza covid che Amat avrebbe dovuto ricevere dalla Regione. Un caso sul quale ballano 12 milioni di euro. Da Palazzo dei Normanni, come è noto, è arrivato lo stop in attesa di un chiarimento normativo. Ciò ha determinato un passivo che, sommato alle perdite strutturali della gestione del tram e di altri servizi affidati dal Comune ad Amat, ha causato un saldo negativo da 21 milioni di euro sul bilancio 2022. Atto sul quale la strada sembra ormai tracciata dopo la riunione del CdA di Amat del 29 marzo. Al documento mancherebbe soltanto una firma di un componente del Consiglio d’Amministrazione, il quale ha 60 giorni di tempo per apporre il proprio sigillo.
La restituzione dei servizi in perdita al Comune
E’ chiaro che, in realtà, l’obiettivo è quello di guadagnare tempo in attesa di buone nuove dagli uffici della Regione, oltre alla questione relativa al rinnovo del contratto di servizio. Elemento sul quale dagli uffici del Comune attendono una serie di incartamenti chiave da Amat. Fra questi l’elenco dei servizi in perdita che Amat vorrebbe restituire. Fatto per il quale le sigle dei lavoratori avevano dato l’aut aut non più tardi di due giorni fà ai vertici aziendali e al presidente Giuseppe Mistretta. L’idea dei sindacati è di chiedere la cessione dei servizi di car/bike sharing e di quelli relativi alla rimozione dei mezzi che commettono infrazioni del codice della strada. Difficile che la cosa possa estendersi alla gestione delle zone blu (servizio che ha registrato un aumento delle sanzioni), men che meno alla gestione del tram.
La fumata nera fra sindacati e governance
Fatto sul quale si è tenuta, il 4 aprile, una riunione fra il presidente Giuseppe Mistretta e i sindacati di Amat. Un incontro iniziato intorno alle 9.30 e durato oltre quattro ore, nel quale Giuseppe Mistretta ha illustrato lo stato dei conti della società Partecipata. Dibattito nel quale non sono mancati i momenti di tensioni. Fonti di Radio Palazzo parlano di posizioni diverse da parte di uno dei rappresentanti sindacali rispetto allo sciopero dell’8 aprile. Troppo poco per smuovere il fronte compatto delle altre cinque sigle.
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