“La richiesta con la quale mi si invita ad ‘autosospendermi’ dalla Commissione Antimafia è per me una medaglia e sapere che il Pd ne è il promotore mi rende orgoglioso”. È questo l’incipit della lettera che il deputato Riccardo Nuti ha inviato alla presidente della Commissione Antimafia, Rosi Bindi, e con la quale afferma di non essere disposto ad autosospendersi e “cedere a questo chiaro tentativo dei partiti di impedirmi di continuare a lottare per contrastare la mafia e la corruzione con il mio quotidiano lavoro”. Il deputato, nella missiva, ribadisce che “in merito al provvedimento giudiziario che mi vede coinvolto, pretesto della vostra richiesta, il sottoscritto ha richiesto ed effettuato interrogatorio con i magistrati e rilasciato saggio grafico nonostante non sia accusato di aver copiato firme, per una vicenda riemersa dopo 5 anni, dopo essere stata archiviata circa 4 anni fa, e per la quale la stessa perizia dell’accusa esclude compatibilità con la mia grafia”.

“Vengo accusato, peraltro – continua – di essere stato presente in quel momento e quindi di sapere, ma ho già dimostrato in maniera incontrovertibile di essere in altro luogo. Vengo, infine, accusato di essere l’istigatore, accusa falsa e che non ha alcun riscontro”.

Nuti evidenzia “gli imbarazzanti silenzi della Commissione, tranne del sottoscritto, in merito a casi ben più gravi riguardanti altri membri della Commissione come la vicenda di Davide Faraone, sorpreso dalle forze dell’ordine a casa di un boss mafioso per chiedere sostegno elettorale e successivamente, quasi come ricompensa, addirittura promosso sottosegretario del governo”.

“Desta sospetto – aggiunge Nuti – che nulla è stato detto dalla Bindi in merito al fatto che a distanza di oltre tre anni dalla sua istituzione, non vi è traccia nel comitato di inchiesta sui beni confiscati, persino del solo elenco dei beni. Né c’è stata risposta positiva alle mie richieste di audizione sullo scandalo CNR-boss Matteo Messina Denaro-massoneria”.

Queste le ragioni per cui, conclude Nuti “la invito a richiedere maggiore impegno a chi dovrebbe lavorare più attivamente e non ad avanzare richieste opposte a chi, invece, ha sempre dimostrato massima dedizione e continuerà a farlo nel migliore dei modi”.