CNA Sicilia, alla vigilia dell’avvio della Fase 2 dell’emergenza covid19, torna a farsi sentire per rinnovare alle Istituzioni della Regione la sollecitazione per un’apertura anticipata delle attività di acconciatori e centri di estetica.
Dopo la lettera dei giorni scorsi, indirizzata al Governatore Musumeci, adesso i vertici regionali della Confederazione hanno deciso di rivolgersi al Presidente della Terza Commissione Legislativa dell’Ars, Orazio Ragusa, per chiedere un’audizione urgente.
“Il grido d’allarme, raccolto in occasione di un’assemblea con oltre 500 operatori e operatrici del settore, non può rimanere inascoltato – sottolineano il presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione – chi ha responsabilità di governo del territorio ha il dovere di ponderare e valutare con grande attenzione anche i singoli provvedimenti, da cui dipendono dinamiche e conseguenze di notevole impatto socio-economico. La questione, che riguarda la ripresa della professione di chi si prende cura e benessere della persona, non è più rinviabile. E non lo è, a nostro avviso – spiegano Battiato e Giglione – sulla base di parametri e scenari favorevoli e rassicuranti che consegneremo nelle mani della Commissione alle Attività Produttive. Partiamo dal fatto che in Sicilia, rispetto ad altre parti del Nord Italia, la parabola dei contagio è ormai prossima allo zero e poi – aggiungono Battiato e Giglione – è nostra volontà, a garanzia della sicurezza pubblica, mettere sul Tavolo uno specifico e dettagliato codice di autoregolamentazione, condiviso dal comparto attraverso l’Ente Bilaterale dell’Artigianato”.
“Riteniamo che facendo leva anche questi due importanti elementi – affermano il coordinatore e la presidente di CNA Benessere e Sanità della Sicilia, Francesco Cuccia e Carmela Belviglio – si possa ragionevolmente e responsabilmente pensare a dare il via libera lavorativo a parrucchieri, barbieri e centri di estetica, i quali, in caso contrario, correrebbero il serio rischio, a partire da domani quando le maglie cominceranno ad allentare, di subire, ancor di più, oltre al danno la beffa dell’avanzata dell’abusivismo, che di fatto significa concorrenza sleale ma anche ulteriore, incontrollata, minaccia per la diffusione del Coronavirus”.
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