Resta improvvisamente senza guida ‘sanitaria’ l’Asp di Palermo. E’ un fulmine a ciel sereno quello che si è abbattuto sull’azienda sanitaria provinciale: il direttore sanitario, Maurizio Montalbano, si è dimesso a sei mesi dalla scadenza del suo mandato.

Montalbano era stato nominato nel giugno 2019 dal direttore generale, Daniela Faraoni. Ma prima della fine del suo incarico ha rassegnato le dimissioni. Avrebbe confidato a colleghi e collaboratori di essere stanco, “torno a fare lo psichiatra”, avrebbe precisato.
Come si legge su Repubblica Palermo, adesso, l’ormai ex direttore sanitario dell’Asp di Palermo, assumerà la guida del dipartimento di Salute mentale dell’Asp, dopo aver vinto la selezione interna.

La sua poltrona è ambitissima

Si apre, di conseguenza, la corsa alla successione. L’Asp di Palermo è, infatti,  la più grande azienda sanitaria siciliana: ha un bilancio di oltre un miliardo l’anno, conta settemila dipendenti ed è riferimento per 1,2 milioni di residenti in 82 comuni della provincia. Adesso la manager Daniela Faraoni dovrà nominare un nuovo direttore sanitario. Ai tempi della sua nomina, Montalbano aveva ricevuto la benedizione dell’assessore centrista Toto Cordaro.

La sua poltrona, rimasta vuota, è ambitissima da tutte le forze politiche, anche se in vista delle regionali del prossimo anno, la ‘situazione alleanze’ in Sicilia è ancora a dir poco confusa. Non è un mistero che Daniela Faraoni sia vicina al leader siciliano di Forza Italia, Gianfranco Miccichè. Altra grana poi ad aprile: bisognerà rinnovare i vertici di oltre la metà di Asp e ospedali siciliani.

Il nodo delle nomine

Quello delle nomine è un nodo importante in tutta l’Isola. Sono parecchi i posti di sottogoverno rimasti vacanti negli ultimi mesi in attesa che qualcosa si muova a livello politico. Un esempio su tutti il Servizio di emergenza urgenza 118. La Seus, società che lo gestisce, è senza vertice per la scadenza della proroga del CdA che non può più essere prorogato per legge, ma la nomina non viene ancora fatta. Restano, inoltre, pendenti varie altre nomine davanti alla Commissione regionale Affari Istituzionali dell’Ars la cui seduta è saltata ben sei volte per mancanza del numero legale. C’è, dunque, chi teme che anche questa nomina possa essere travolta da questo clima attendista.

Chi prenderà il posto di Montalbano?

Di certo, un’azienda di queste dimensioni non potrà restare a lungo senza direttore sanitario. Il sostituto, dunque, potrebbe essere scelto all’interno della stessa Asp.

Si fanno alcuni nomi. C’è Francesco Cerrito, direttore del dipartimento socio-sanitario che avrebbe l’appoggio di Alessandro Aricò, il coordinatore di Diventerà Bellissima, e da poco, dicono i bene informati, sarebbe simpatico anche a Forza Italia.
C’è poi Gaetano Cimò, direttore del distretto di Bagheria, appoggiato dall’assessore Toto Cordaro, che ai tempi, come già detto, aveva appoggiato Montalbano.
C’è poi da considerare che una buona parte dei 17 manager della sanità ha un mandato in scadenza ad aprile e che Musumeci e l’assessore regionale Razza sanno bene che sulla sanità si gioca una partita decisiva in chiave elettorale.

L’appuntamento elettorale alle porte

Cosa accadrà adesso? Il governo Musumeci potrebbe decidere di non bandire un nuovo concorso, ci troviamo infatti in una delicata fase pre-elettorale. La soluzione che starebbe prendendo corpo in ambienti politici regionali sarebbe quella di evitare un nuovo concorso e di limitarsi ad un aggiornamento dell’elenco degli aventi i titoli dal quale poter prelevare i prossimi incaricati. Ma anche questa rischia di essere, per la politica, un’arma a doppio taglio.

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