“E’ da anni che aspettiamo uno strumento endoscopico efficace per suturare la parete intestinale dall’interno – spiega Antonino Granata – ed oggi è realtà. La tecnica utilizzata in ISMETT è in linea con il moderno approccio terapeutico che prevederà sempre di più in futuro tecniche mini-invasive, come sono quelle endoscopiche, al posto della tradizionale chirurgia. Ciò garantirà al paziente un recupero più veloce e limiterà i rischi correlati alla chirurgia, nonché costituirà un risparmio per la spesa sanitaria”.
Il team dell’Ircss Ismett lavora per lo sviluppo di tecniche mini-invasive che consentono il trattamento di patologie prima di esclusivo appannaggio chirurgico. Lo scorso anno, era stata eseguita la prima gastro-entero-anastomosi per via ecoendoscopica su un paziente con ostruzione neoplastica duodenale.
Un tumore sottomucoso allo stomaco è stato asportato radicalmente “a tutto spessore” (full-thickness) senza l’utilizzo di alcuna assistenza chirurgica tradizionale ma solo grazie ad una procedura endoscopica.
La procedura è stata realizzata all’Ircss Ismett di Palermo. E’ la prima di questo genere mai realizzata nel mondo. Fino ad oggi, questo tipo d’intervento è stato sempre eseguito solo per via chirurgica. La letteratura scientifica riporta pochi tentativi di approccio endoscopico, solo in Cina alcuni interventi analoghi sono stati portati a termine ma con tecniche di sutura obsolete.
A beneficiare del delicato intervento una paziente di 51 anni. L’intervento è stato possibile grazie al nuovo sistema di sutura endoscopica che permette di “ricucire” il foro effettuato durante la procedura. La donna è stata sottoposta ad una vera e propria gastrectomia cuneiforme, ovvero un’asportazione di un tratto di tessuto dello stomaco a forma di cuneo, per via endoscopica con cui è stata totalmente rimossa la neoformazione allo stomaco che l’aveva colpita.
Due le principali fasi dell’intervento: resettiva e di sutura.
La fase resettiva è stata portata avanti con un elettrobisturi endoscopico miniaturizzato che ha consentito la rimozione della neoformazione e della parete gastrica adiacente – in modo da rendere l’intervento oncologicamente radicale – creando una voluminosa perforazione allo stomaco finora non gestibile endoscopicamente. La seconda fase, quella di chiusura della parete gastrica è la più innovativa, grazie ad uno strumento di sutura endoscopica di nuova generazione la parete gastrica è stata richiusa senza necessità di fastidiosi tagli nella parete addominale e/ o dolorosi tubi di drenaggioLa possibilità di intervenire per via endoscopica apre, quindi, nuovi scenari: intervenire su lesioni prima di appannaggio esclusivamente chirurgico, ridurre il dolore post-operatorio e i tempi di degenza.
L’intervento è stato realizzato dal dottor Antonino Granata e dal dottor Mario Traina. Il paziente sottoposto a questa procedura è stato in grado di muoversi subito dopo il risveglio dall’anestesia, di rialimentarsi già dopo 48 ore senza alcun problema ed ha potuto lasciare l’ospedale solo dopo tre giorni dall’intervento.
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