Un piano chiaro e dettagliato per sostenere le piccole realtà imprenditoriali e produttive con la sicurezza dei lavoratori e di tutti i cittadini. È Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani, che interviene sul tema della ripresa delle attività in vista della Fase 2.
Secondo l’esponente sindacale, sulla vige al momento troppa confusione e serve un piano chiaro e soprattutto dettagliato per le piccole realtà imprenditoriali che compongono il tessuto produttivo dell’Isola. “E’ ovvio che il sindacato vuole che si riparta – dice La Piana -, che le aziende tornino a essere produttive ma bisogna sostenere concretamente il nostro tessuto imprenditoriale di Palermo e Trapani, mantenendo come priorità, la tutela della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini”.
Usa una metafora La Pina per descrivere la situazione del momento vista dai sindacati. “Abbiamo la sensazione che a un maratoneta venga chiesto di fare i 100 metri e al centometrista di fare la maratona. Giorni in cui, sembra da ciò ci comunicano che la situazione del contagio sembra migliorare, altri no, quindi serve massima cautela”.
La Piana sottolinea come a volte dai proclami degli aiuti economici e l’effettivo arrivo delle risorse sia troppo lungo a causa di una burocrazia troppo lenta. “Va riconosciuto un grande impegno delle amministrazioni locali su questo fronte, ma di fatto ciò che manca è il quadro chiaro di tutti coloro che hanno bisogno di queste misure contro la povertà, di essere sostenuti, serve una banca dati certa per intervenire più concretamente”.
Secondo il segretario Cisl si stanno pagando oggi le scelte sbagliate fatte nel passato sui tagli alla sanità e sulle risorse esigue sul fronte sociale. “Sul tema degli anziani è drammatico ciò che è avvenuto, scarsa vigilanza, gestione approssimativa dei malati, e tutto ciò è costato troppe vite. Serve una chiara mappatura delle strutture e delle loro condizioni, e controlli in questi centri così come chiesto dalla nostra federazione dei Pensionati”. Sulla scuola “va fatto un plauso ai docenti e ai dirigenti scolastici, per il grande impegno sulla didattica a distanza. Ma bisogna intervenire laddove, come nelle periferie delle nostre città in cui vivono tante famiglie che non sono in grado di avere gli strumenti informatici per far studiare i propri figli, combattendo così il fenomeno della dispersione scolastica che potrebbe essere, temiamo, agevolato proprio da questa modalità di studio improntata in fase emergenziale”.
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