Continua la diatriba sul destino di centinaia di tirocinanti coinvolti all’interno della misura dell’avviso 22. Una forma di inserimento nel mondo del lavoro basata su tirocini semestrali o annuali da condurre tramite le agenzie per il lavoro (APL) all’interno delle strutture individuate dagli enti promotori. Sono oltre 1700 i siciliani coinvolti all’interno del progetto, alcuni dei quali però non hanno ancora ricevuto le somme dovute per il lavoro svolto.

L’assessore Scavone: “Avviso 22 nasce con percorso complicato”

Intervenuto durante la puntata di giovedì 3 febbraio, l’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone ha commentato la situazione. “L’assessore pro-tempore ha il dovere di chiedere scusa di quanto successo, anche se ci fosse soltanto un tirocinante che non ha incassato le somme dovute. L’avviso 22, per questo ne prendo le distanze, è stato fatto quando non ero assessore. L’ideatore ha immaginato un percorso complicato, basato su cinque passaggi, che si è aggravato per l’epidemia covid. Ci sono tirocini da sei mesi e da un anno. Quelli regolari sono stati pagati. Ma alcune APL, avendo interrotto i tirocini a causa del covid, hanno sospeso l’assicurazione, non hanno preso le presenze. In pratica, gli uffici si sono trovati in una condizione di impossibilità di erogare le risorse. Seppur i soldi ci sono”.

L’esponente della Giunta Musumeci ha condotto degli incontri con alcuni enti promotori, al fine di capire quante pratiche rimangono da erogare, anche con un focus sulle varie province.  “Ho incontrato una delle APL più grandi sul fronte degli artigiani, ovvero il CNA, per verificare quanti ancora aspettano i soldi provincia per provincia. Ad esempio, a Caltanissetta, su 300 pratiche, sono rimaste soltanto tre pratiche in sospeso. Ciò grazie al grande lavoro degli uffici”.

Un lavoro enorme per nulla – sottolinea Scavone – . Perchè se non vi è la regolarità complessiva, non si può rendicontare la somma. E di conseguenza, non si può erogare il dovuto”. Una misura fiacca, quella dell’avviso 22, anche sul fronte dell’inserimento al lavoro. Solo il 10% dei soggetti coinvolti ha poi trovato lavoro. Numeri che, confrontati a quelli di misure simili, dimostrano l’inefficacia del provvedimento. “Garanzia giovani uno è una realtà che ha funzionato benissimo. Circa il 30% di questi ragazzi sono riusciti ad ottenere un contratto di lavoro”.

La replica dei tirocinanti

Non tarda ad arrivare la replica degli interessati dalla vicenda, ovvero dai tirocinanti. Intervenuto ai nostri microfoni, il rappresentante dei lavoratori “Avviso 22” Oreste Lauria ha sottolineato la situazione di caos vissuta da diverso tempo dalla categoria in questione. “Le pratiche attivate sono oltre 1700. Di queste, 1000 sono state saldate. Cinquecento attendono parte dei pagamenti e circa 250 non hanno ricevuto ancora nulla. Alcune persone attendono da oltre un anno e mezzo. Abbiamo più volte sottolineato il nostro stato di disagio, anche con alcuni sit-in. Ma ad oggi non abbiamo avuto risposte concrete”.

Caos burocratico evidenziato dallo stesso Lauria, che si pone delle domande su quanto sta avvenendo ai tirocinanti. “In questi giorni alcuni tirocinanti sono andati in viale Praga. Gli è stato riferito che alcune pratiche sono state trasferite a Termini Imerese per la lavorazione. Ma perchè tutto questo? C’erano pratiche ferme? Ci sono tirocinanti che aspettano da un anno e mezzo o, addirittura, da due anni. Nessuno, ad oggi, si è messo in funzione per provare a sanare queste pratiche, quando c’è stato lo stacco dell’emergenza covid? Se ancora oggi l’ente promotore o il tirocinante non viene contattato, significa che la pratica è idonea. Come mai non le mettono in pagamento? E se c’è un problema, perchè non c’è dialogo con gli enti o con i tirocinanti?“, chiosa Lauria.

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