Le forze dell’ordine devono fronteggiare un nuovo fenomeno, quello dei furti di marmitte a Palermo e provincia. Un escalation di questi tipi di furti negli ultimi mesi ha messo in evidenza come i saccheggiatori alla ricerca disperata di metalli, la cui quotazione sul mercato è sempre più alta, abbiano spostato il loro interesse proprio verso questa parte delle automobili. In pratica si è abbandonato il business del rame, divenuto troppo rischioso e oltretutto più difficile per via dei controlli e delle contromisure adottate dalle società che impiegano questo metallo, per buttarsi a capofitto su questo nuovo ambito. Ma anche qui i controlli sono incrementati e la polizia ha colto con le mani nel sacco tre ladri a Bagheria.
Parti meccaniche appetibili
Anche in provincia la polizia di Stato ha innalzato la soglia dell’attenzione dei suoi dispositivi di prevenzione, con un occhio di riguardo ai furti di marmitte catalitiche. La presenza di metalli preziosi, quali palladio, platino e rodio, e la possibilità di estrarli e ricavarne denaro hanno reso appetibili queste parti meccaniche, tanto da avere soppiantato i furti di rame nella classifica dei reati commessi in relazione alla microcriminalità cittadina.
Dallo Zen missione marmitta
Questa nuova frontiera dei reati di strada, tra Palermo e provincia, ha già fatto contare diversi tentativi di furto ed una già rilevante quantità di arresti. L’ultimo episodio la scorsa notte a Bagheria: tre malviventi palermitani, già sottoposti a misure cautelari, hanno accettato il rischio di una trasferta notturna dallo Zen, loro quartiere di residenza, fino a Bagheria, dove hanno puntato una Toyota Yaris e, in particolare, la sua marmitta catalitica, in via Lucrezio.
La pattuglia li ha sorpresi
Quando stavano già armeggiando con crick e strumenti di effrazione, sono stati sorpresi dal passaggio di una pattuglia del commissariato di pubblica sicurezza di Bagheria in servizio di prevenzione e controllo del territorio. I poliziotti hanno intimato l’alt ai tre e li hanno bloccati, identificandoli e arrestandoli nella flagranza del reato. L’arresto è stato convalidato dall’autorità giudiziaria
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